Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
per meglio piacer al suo amante entrò quella sera nel bagno e tutta con saponetto odorifero si fece ben lavare, e poi con mestura di preziosi odori molto diligentemente si profumò, e con desiderio infinito attendeva l’ora deputata, piacendo anco a lei che in camera non fosse lume. Da l’altra parte messer Pancrati che con un eccellente medico aveva parlato, si fece far cinque pillole di tal modo e maniera composte che, senza far nocumento alcuno a chi le pigliarebbe, solamente a l’ora determinata risolverebbe in modo il corpo che con grande abondanza colui che ricevute l’avesse renderia il tributo due e tre volte a la contessa di Laterino in meno d’un quarto d’ora. Queste pillole prese egli all’ora che il medico ordinato aveva, e tra le tre e le quattro ore di notte per via del canale a casa se n’andò, ove da la Biga fu introdutto, e giunto a la camera si spogliò e nel letto si pose. Come la Biga vide il padrone esser nel letto, andò ove era la madonna e le fece segno come l’amico già era giunto. Il perchè ella, comandato che ciascuno s’andasse a dormire, avendo una sua zia vecchia ed altre donne in casa, come vide ciascuno essersi ritirato, se n’andò in camera, e sentendo che quello che credeva esser il frate sornacchiava, disse piano a la fante: – O che dormiglione è questo! senti come sornacchia? – La Biga alora disse: – Madonna, non vi meravigliate, perchè il povero padre deve esser stracco avendo tutta la quadragesima digiunato; ma voi bene lo svegliarete. Corcatevi pure a lato a lui e fate il fatto vostro. Io me n’anderò in costà ne la guarda camera e starò vigilante. – Si partì la fante, e la madonna entrata nel letto s’accostò al frate, chè così credeva. Il marito che punto non dormiva e fingeva fortemente dormire, non si muoveva, e sentendosi già il corpo tutto muovere aspettava che la moglie lo destasse. Ella poi che molto dimenata si fu e che vide che punto l’amico non si svegliava, cominciò a tentarlo e dirgli pianamente: – Anima mia, svegliati e non dormir più. – Il marito alora come da grave sonno svegliato: – Oimè, – disse, – ch’io moro! oimè, che doglia è questa ch’io sento! – E dicendo queste parole stava boccone in letto dimenandosi e borbottando sotto voce come se egli si fosse sentito un grandissimo male. La donna che veramente credeva che quel che si doleva fosse il suo amante ed essergli avvenuto qualche strano accidente, se gli accostò per recarselo ne le braccia e fargli vezzi. Il che volendo ella fare, il marito che sentiva le pillole aver fatto buona operazione, tuttavia brontolando voltò le schene a la moglie, e tutta nel petto e nel viso la spruzzò d’altro che