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alcuno, quando tu voglia metter ad essecuzione ciò che io ti ordinerò, il che assai facile ti sarà a fare, e facendolo la tua donna anco si salverà; altrimenti fa pensiero che io ti farò la più trista donna del mondo. – Tremando alora la fante disse: – Messere, voi volete saper ciò che io vo facendo, ed io lo vi dirò. Egli è il vero che madonna m’ha scoperto un suo amore e mostra che sia fieramente accesa di questo frate che qua entro predica, parendole, come ella mi ha detto, che mentre che predica sempre la miri e verso lei si giri. Io gli ho portati di molti presenti, ma mai non gli ho potuto favellare. Ora madonna mi aveva strettamente imposto che io ogni industria adoperassi per dargli in mano propria la lettera che voi avete letta. – Confermatosi messer Pancrati ne la prima openione, che la moglie per leggerezza e poco senno si fosse da sè innamorata senza che il frate nulla ne sapesse, si partì di chiesa con la Biga e andò in casa d’una buona donna sua amica, e contrafatta la sua mano scrisse una lettera a nome del frate a la moglie, ove molto la ringraziava, assicurandola che ella punto non s’era ingannata de l’amor di lui, e ch’altro non bramava tanto quanto che la quadragesima si finisse per poter trovarsi seco, pregandola con instanzia grande che menasse la cosa segretissimamente. Fatta la lettera disse a la Biga: – Porterai questa a mia moglie e le dirai che tu hai parlato al padre e che egli te l’ha data di sua mano. Ed ogni volta che ella a lui ti manderà, tu ne verrai qui, ma prima mi farai il tal segno. E guarda per quanto la vita ti è cara, che tu non ne parli con persona del mondo. – La fante, assicurata che nè a madonna nè a lei accaderebbe pericolo alcuno, promise far il tutto diligentemente. Arrivata a casa disse mille pappolate a la donna, di maniera che donna Bergola si teneva la più avventurata che fosse in Vinegia, veggendo che le sue bellezze, che ella stimava esser le più belle del mondo, piacevano a un santo uomo. Molte altre volte fu la fante mandata con pietanze e lettere al frate, e sempre in casa de la buona donna se n’andò; ove subito avuto il segno, messer Pancrati si ritrovava ed a le lettere rispondeva ciò che più gli pareva a proposito, e con la buona donna e la fante si godeva le pietanze e confetti e preziosi vini che al predicatore si mandavano. Sapeva messer Pancrati esser la costuma di maestro Sisto pigliar sempre licenza la terza festa di pasqua, e dopo che desinato aveva tornarsene a San Giovanni e Paolo. Il perchè il dì di pasqua, avendo sua moglie mandato un grasso cappone al frate per cena, messer Pancrati scrisse a la