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e massimamente con forestieri che non lo conoscevano. Del che io ne posso far ferma fede, avendolo io sentito lamentarsi e dir male de la signora e di tutti di casa. Sapete che si costuma quando si cavalca ove siano donzelle, che gli uomini volentieri s’accostano a le donne, e quanto più son giovanette e belle più di grado le corteggiano e volentieri scherzano con loro. Così veder si saria potuto, cavalcando la signora Clarice, che le damigelle sempre erano accompagnate, eccetto che la Zanina, con la quale di rado si vedeva persona se non il barbiero che mai non se le moveva da lato; e credesi che ella avesse dato ad intender al marito che nessuno le faceva servigio se non colui, di modo che il buon castrone non ci poneva mente, e tanto meno gli guardava che da principio fu openione che il barbiero avesse il core ad un’altra donzella che era assai bella fanciulletta. Ser Gandino ne faceva i maggior romori del mondo, e tutto il dì riportava a la padrona che quella era morta dietro al barbiero e che erano troppo domestichi insieme, e più volte anco con il garzonaccio ne gridò assai volte. Queste parole venivano tutte da la sua moglie la quale, perchè amava il barbiero, temeva che la compagna che era di lei assai più bella, più giovane e più gentile, non le levasse l’oglio di su la fava. Ma ella s’ingannava di gran lunga, perchè colei che era gentilissima, nobile e d’animo generoso, non averebbe per via d’amore mostro le punte de le sue scarpette a quel baccalaro. Or lasciando oggimai da banda questi fecciosi ed insopportabili modi gandineschi, vegniamo a dire alcune solennissime pazzie che il bergamasco ha fatto, per le quali io a nomarlo mi mossi quando monsignor Chieregato narrava i rozzi costumi degl’indiani nuovamente dai portoghesi trovati. Dico adunque che essendo la signora Clarice in Milano, che Zanina infermò, afflitta da alcuni dolori che communemente sogliono venir innanzi al partorire de le donne. Ella era gravida, ma non si credeva ancora che la creatura fosse al tempo del nascere e si dubitava pur assai che non disperdesse, del che Gandino dava del capo nel muro. È costume che in simil casi le commari che levano la creatura nel nascere sono quelle che con i lor ogli e polvere ed altri rimedii provedano a simili dolori. Il che non sodisfacendo a Gandino, entrò in un farnetico che non gli piacendo medico alcuno di quelli di Milano, ove ne sono pur assai ed eccellenti, volle per ogni modo che si mandasse a Cremona per maestro Girolamo Carenzone, del quale poco fa vi parlai. Onde tanto fece e disse e tanto fu importuno che a mezza notte la signora, a suo mal grado, mandò per lui in grandissima fretta