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più che la propria vita. Non vedete voi che quando quelli di corte se ne stanno su balli e feste, che io me ne fuggo nè punto mi curo di quei piaceri per starmi vosco? Chè certo quando io son con voi, a me par d’esser in paradiso. – Mostravasi ser Gandino ogni giorno vie più di questa sua moglie senza fine acceso, e la vestiva più pomposanente che al grado loro non era convenevole, con ori battuti su le vestimenta e catene e gioielli, che quanto di profitto traeva le metteva a torno. Aveva buon salario da la padrona, la quale si contentò che facesse mercanzia e si prevalesse dei servidori e cavalli de la casa, onde si mise a mercadantar formenti, vini, ogli ed altre cose. E perchè sapeva cavare il sottil dal sottile, in breve tempo guadagnò assai danari, i quali di nuovo impiegando in mercadanzia andava accrescendo tuttavia le sue facultà. Cominciò in Lombardia una usanza di roboni da donna così maritata come vedova, che però non usavano se non donne di grado. Venne voglia a la moglie del bergamasco averne uno con puntali d’oro a le maniche ed al marito suo lo disse. Ma don Pietro rettor di Santa Croce il ripigliò e gli mostrò che si farebbe tener più pazzo di quello che era, di modo che a lui e a la moglie levò di capo cotal appetito. Era talvolta mandato da la signora Clarice a Parma e in altri luoghi secondo che i bisogni occorrevano. E non crediate che perdesse tempo ne l’andare e nel ritorno. Egli usava ogni diligenza e tanto s’affrettava che spesso da mezza notte, ancor che fosse di verno, veniva a Gibello. Di che le guaste cavalcature ne rendevano testimonio, facendo in un giorno quel viaggio che gli altri farebbero in dui. E queste cose faceva egli perciò che come stava un dì senza la moglie, gli pareva che gli devesse esser rubata. Onde per meglio farlo smaniare, furono alcuni di corte che di modo il presero in berta che ogni dì gli facevano alcuna beffa, mostrando esser de l’amor de la moglie di lui forte accesi. Ed ora amorosamente la vagheggiavano, ora le dicevano un motto ed ora di nascosto le parlavano, di modo che egli arrabbiava ed ogni dì era a romore con lei e con quelli di casa. Ella molto affettuosamente pregò alcuni i quali io conosco, che per amor di Dio non le dicessero cosa di questo mondo, perchè Gandino la tormentava d’ogn’atto e cenno che vedeva, e che mai non cessava acerbamente di sgridarla; ma ciascuno pigliava piacer di tormentarlo. Per tutto questo non restava la buona moglie che non si intertenesse come comodamente poteva con questi e quelli, e in effetto mostrava poco curarsi di quanto il marito le diceva. Andava Gandino talora a Milano ove la signora