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esser di ritorno. Camilla, avendo intesa la risposta del padre, tenne la cosa quasi per fatta, pensando che ’l fratello anch’egli se ne sarebbe contentato. Ed essendo di già inclinata a l’amore di Livio, cominciò ad amarlo ferventissimamente, e di modo di lui s’accese che non meno ella amava lui che egli facesse lei. Ora, mentre che Claudio tardava a tornare da Roma a Cesena, i dui amanti molte volte parlarono insieme, e cercando d’ammorzar in parte le loro ardentissime fiamme più le accesero, e un’ora pareva loro un anno che Claudio venisse. E andando pure il ritorno a la lunga, tanto insieme si domesticarono che per parole di presente si presero per moglie e marito, aspettando di consumare il santo matrimonio che Claudio fosse tornato, il quale non dopo molto ritornò. Tornato che fu, il padre parlò seco del parentado che Livio ricercava. Ma Claudio, che che se ne fosse cagione, mostrò molto d’adirarsi, ed allegando certe sue ragioni al padre a ciò che il parentado non si facesse, indusse il vecchio ne la openion sua. Il che dagli amanti inteso, fu loro di grandissimo dispiacere. E perchè pare che come una cosa è vietata più si desideri, Livio e Camilla sommamente desideravano d’esser insieme e godersi amorosamente, dicendo tra loro: – Noi siamo pur maritati e che ciò non sia esser non può. Pertanto come farà mio fratello che tu non sia mio marito? Ma se tu vuoi far a mio modo, tu verrai questa notte a giacerti meco, e poi provederemo al rimanente. La mia fante è consapevole del tutto e t’aprirà l’uscio del giardino a le tre ore di notte. – Rimase con questa conchiusione Livio tanto lieto che esser non poteva più, e a l’ora ordinata là se n’andò, e in camera lietamente da Camilla raccolto, quella abbracciò e cominciò a basciare ed ella lui, di modo che tanta allegrezza a Livio occupò il core, che da soverchia gioia soffocato in braccio a Camilla morì. Il che ella veggendo, piena d’amarissimo dolore, chiamò la fante e con essa lei tutta lagrimosa si consegliava ciò che fosse da fare. Ed ecco che sì fiero dolore le strizzò il core che la sfortunata Camilla cascò morta a dosso al suo Livio. La fante veggendo questo, senza sapersi consigliare, cominciò a gridare e mandare i gridi fin a le stelle. Il che sentendo Claudio, si levò di letto, e trovato quello spettacolo e conosciuto Livio, non volendo udir ciò che la fante gli dicesse, a quella diede tre pugnalate e lasciolla per morta. Divolgato il caso la matina, Ramiro Catalano, che per Cesare Borgia governava Cesena, fece essaminar la fante che ancora non era morta, e inteso il caso ebbe modo d’aver Claudio ne le mani, al quale, essendo morta fra dui dì la fante, fece ne la