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stava, ove sempre erano signori e gentiluomini che di varie cose ragionavano, ora a la presenza di quella ed ora tra loro, secondo le occasioni. Avvenne un dì che subito dopo desinare quella con le sue damigelle in camera si ritirò. Onde essendo quei signori e gentiluomini che v’erano restati soli, il nostro festevolissimo signor Gostanzo Pio di Carpi disse: – Signori miei, noi qui siamo e, per quanto intendo, madama starà buona pezza prima che rivenga. Io lodarei che per fuggir il caldo che fa, che noi ci ritirassimo nel boschetto di pioppi che ella ha piantato in memoria del duca Ercole suo padre, e quivi su le rive del ruscello che ci corre ne la minuta e fresca erbetta sedessimo e ragionassimo di quello che più ci diletterà. – Piacque a tutti la cosa e là di brigata andammo. Come tutti fummo assisi, il signor Alessandro Gonzaga rivolto al signor Gostanzo disse: – Cugino, tu ci hai qui condotti e tu ci intertieni, e narraci qualche novelletta. – Il signor Gostanzo alora, che è, come meglio di me conoscete, bel parlatore e faceto, ridendo disse: – Poi che vi piace che io, come si dice, mi metta la piva in bocca, io sonerò e vi narrerò una piacevolezza che questi dì è accaduta. – E quivi cominciò a narrar certe cose di un archidiacono, e dopo lui altri fecero il medesimo, stando tutti su ’l ridere, fin a tanto che madama venne fuori. Io il tutto, come fui in Mantova, scrissi e in forma di una novella ridussi. E perchè voi assai sovente avete di belle cose di lui dette e la sua vita sapete quanto alcun che ci sia, ho voluto questa novella darvi, imitando i poveri contadini, i quali, quando vengano a la città, per non apparir dinanzi al padrone a man vòte e non avendo altro che recare, porteranno duo capi d’aglio ed una cipolla, che talora saperanno meglio al padrone che non fanno i capponi. Se poi vi sovverrà che alcuna cosa degna d’esser scritta di lui ci fosse, da quei signori non raccontata, come anche infinite ce ne saranno, voi un dì me le direte ed io le scriverò, a ciò che la lorda vita di questo arcifanfalo meglio sia conosciuta, il quale già fu la favola de la corte romana. State sano.


NOVELLA XXX
Diversi detti salsi de la viziosa e lorda vita d’un archidiacono mantovano.


Signori miei, poi che qui ridotti siamo e ci manca la compagnia de le donne, che suole tuttavia tener allegra la brigata, noi possiamo più liberamente parlare che quando siamo a la presenza