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essendo il padrone, come madonna gli disse che si ritirassero, essendo di carnevale, tutti andarono fuor di casa a dormir altrove, di modo che uomo nessuno ci restò se non il canevaro che era molto attempato e dui paggi di tredici in quattordici anni per ciascuno. Le donne di casa licenziate da la padrona s’andarono tutte a corcare. Come Camilla sentì che ciascuno era ito a dormire, ella con la donzella scese a basso più chetamente che puotè per menar Cornelio di sopra. Ora, mentre che queste cose si facevano, s’abbattè a caso la guardia del capitan di giustizia a passar per la contrada. Era capitan di giustizia monsignor Sandiò, uomo molto grande e grosso, e tanto che forse un altro sì fatto non si sarebbe di leggero trovato, e teneva a quell’ufficio per suo luogotenente Momboiero. Il barigello avendo inteso de la questione che alora era finita e trovato uno staffiero del signor Galeazzo Sanseverino, alora gran scudiero del re cristianissimo, che ancora era caldo e non finito di morire, fece uscir di casa alcuni quivi vicini abitanti e volle da loro intender come la mischia era seguita. Nessuno seppe dire che cosa fosse, se non che avevano sentito gran romore ed un batter d’arme. Uno poi disse che aveva veduto entrar in casa di madonna Camilla un grand’uomo con una spada ignuda dinanzi a la cui porta era lo staffier morto. Andò adunque il barigello a la casa di madonna Camilla ed a la porta fieramente percotendo e francese parlando, senza fine sgomentarono Cornelio e la donna, dubitando ciascun di loro che per spia non si fosse scoperto come Cornelio quivi era. Non era a pena entrata la donna ne la camera, ed il suo amante affettuosamente abbracciato quasi non aveva ed egli lei, quando la guardia del capitano di giustizia a la porta bussava. Cornelio sentito il romore da subito conseglio aiutato, con l’aita de la donna e de la donzella messi duo scanni l’uno sovra l’altro s’ascose dentro la cappa del camino, e sovra dui grossissimi arpioni di ferro, ai quali le catene appender si sogliono, con i piedi fermatosi, se ne stava dritto con la spada in mano. Levati via gli scanni e la camera serrata, disse la donna: – Chi è là? chi bussa? – E fattosi recar le chiavi, e scese alcune altre donne e venuto il canevaro al romore, fece la porta aprire dicendo più animosamente che poteva al barigello: – Che ricercate voi a quest’ora? – Egli, che aveva inteso il palazzo esser di persona molto onorevole, disse a la donna: – Dama, perdonateci se noi a tal ora vi diamo disturbo, perciò che mal volentieri il facciamo. Ma essendomi detto che colui che qui di fuori ha ammazzato uno staffiero su la porta vostra, che stava con monsignor