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si faccia. Io, come sapete, ho in Milano molte parenti, per esser la nostra famiglia Bossa numerosa ed antica, e credo pur che le mie sorelle e l’altre parenti siano di carne e d’ossa come l’altre con le quali io ho praticato, chè per esser a par di voi vecchio ne ho esperimentate pur assai. Le donne, fratel mio, sono donne e fanno generalmente le cose da donne. Voi vi state tutto il dì a beccare i getti come fanno gli sparvieri e non vi pigliate un piacer che sia, e pensate che quella che amate faccia così, e grossamente, per mio parere, sète ingannato. Ma si ponga ch’ella v’ami, che vi servi la fede e faccia come voi fate, chè non credo sia così sciocca che se ne stia con le mani a cintola: che danno, che vituperio, che scorno le fate voi se essendo qui con qualche donna vi pigliate piacere? Che nocumento ne viene a lei? Fate pur qui ciò che volete e fate come facciamo tutti, che per non parer guerci mangiamo da tutti dui i lati e pigliamo del bene quando ne possiamo avere, perciò che tutte le lasciate son perdute. Questa gentildonna qui v’ama e vi ricerca, ove voi devereste ricercar lei e pregarla. E che diavol volete voi più? Ricordatevi che la fortuna porta i capelli in fronte e di dietro è calva. Se ella vede che voi disprezzate l’occasioni sue e s’adiri vosco, voi potrete dire come dicevano i fiorentini quando Giovanni Galeazzo primo duca di Milano dei Vesconti aveva il campo intorno a le mura di Firenze, ed il giorno di san Giovanni Battista fece correr il palio su le porte d’essa Firenze; dico che i fiorentini dicevano: – Cacata l’abbiamo, se la morte non ci aiuta. – Sì che per non venire a simil passi, datevi buon tempo quando potete, e fin che staremo qui accomodatevi con questa gentildonna, e poi quando saremo a Milano vi trastullarete con quell’altra. – Mill’altre ragioni gli dissi, ma io cantava a’ sordi. Egli era pur deliberato non romper la fede a quella sua donna e mi pregò che in questo più non gli ragionassi. La buona gentildonna mantovana, avuta la risposta di Cornelio, restò molto confusa, smarrita e di mala voglia. Tuttavia, facendo di necessità vertù, s’acquetò ed il suo ferventissimo amore cangiò in una fratellevol amicizia e domestichezza, ed ancora oggidì ama Cornelio come fratello. E la prima volta che seco parlò dopo la risposta avuta lodogli assai il suo fedel proposito, nè cessa ogni dì, a la presenza di chiunque parla d’amore, dire che Cornelio è il più leale e fedel amante che si truovi. Cornelio adunque ogn’altro amore messo da banda, solamente a la sua donna che in Milano era pensava, nè altro conforto aveva che ricever talora lettere da lei e riscriverle, chè