Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
cominciò di quello farsi domestico e con doni farselo amico. Nè guari continuò questa pratica che da lui conobbe tutti i segreti di Ginevra la bionda. Conobbe adunque come ella, dopo il corruccio contra don Diego, s’era innamorata d’un giovine biscaglino, che in Biscaglia aveva certa poca giurisdizione in una villa ed in casa di lei serviva per trinciante, uomo di molte parole e che si faceva molto ricco sotto speranza de la morte di certi suoi parenti. Egli alora non era in casa, ma in breve ci deveva tornare, e come fosse tornato Ginevra aveva conchiuso con una sua donzella e questo servidore nodrido in casa d’andarsene seco in Biscaglia. Come il signor Roderico intese questo, forte si meravigliò di tanta pazzia che voleva far Ginevra la bionda e diceva tra sè: – Quanto sei ingrata, giovane, e crudele a la fedele e lunga servitù di così nobile, ricco e vertuoso cavaliere come è don Diego, che più assai che la vita propria ti ama! Ma se le forze mie non mi verranno meno, io spero che i tuoi mal regolati pensieri non ti riusciranno e che di don Diego sarai e non d’altrui. – Ora egli disse al servidore che la trama gli aveva scoperta: – Veramente questa giovane fa bene a torsi marito, poi che a sua madre par che non caglia di maritarla. Ella è giovane e bella e d’età convenevole ed ha preso un gentiluomo, e se non è egli sì ricco come si vorria, ella ha roba per tutti dui perchè dopo la morte de la madre resterà erede del tutto. – Dopo queste parole, il signor Roderico stava attento quando venisse il giovine biscaglino, il quale fra tre di ritornò ed aveva condutto duo biscaglini, uomini prodi de la persona, a ciò ch’eglino l’accompagnassero quando si partiria con Ginevra la bionda. Quel dì medesimo che il biscaglino arrivò, era il signor Roderico al castello di Ginevra la bionda, e veggendo che l’amante era ritornato disse al servidore che ogni cosa gli rivelava: – Io veggio ritornato l’amico, e tosto vi partirete. Se tu prima che partiate vuoi nulla, domanda, e guarda far le cose tue saggiamente e non dir così coteste cose a ciascuno. A me tu puoi dir il tutto, perciò che da me mai non ne uscirà parola. Quando partirete voi? – Noi partiremo, per quanto mi ha detto la mia signora non è un’ora, la tal notte a le quattro ore di notte. – Inteso che ebbe questo il cavaliero, se ne tornò al suo castello, ove ordinò quel tutto che a lui parve bisogno per far quanto gli era caduto ne l’animo. Giunta la notte che Ginevra la bionda deveva col suo amante fuggire, quando furono le quattro ore di notte, ella con la donzella che seco dormiva per una finestra, dove le scale erano apprestate, discese a basso tanto chetamente che nessuno sentì,