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suoi seco, si pose il corno a bocca e cominciò fortemente a suonare per dar segno ai suoi. Ma egli era tanto lungi che dai suoi non poteva esser sentito. Onde, non sentendo alcuno che gli rispondesse, si mise passo passo per ritornar indietro, e tuttavia errava il camino come colui che non era pratico de la contrada. E, secondo che credeva tornar verso casa, andava verso il castello di Ginevra la bionda, la quale insieme con la madre e i lor vassalli era quel dì uscita a la caccia di lepri e veniva verso il cavaliero, il quale sentendo il grido che la compagnia di Ginevra la bionda faceva, verso il romore s’inviò e quanto più innanzi andava più il sentiva. Ma, non gli parendo che fossero i suoi, non sapeva che si fare. Era già su la sera e il sole calando faceva l’ombre maggiori. Il perchè don Diego, sentendo che il cavallo a pena si poteva muovere, per non restar in campagna solo, a la meglio che egli puotè si mise dietro al romore che udiva. Essendo un poco andato, vide un bellissimo castello che non era lontano un miglio italiano e quivi presso scorse una compagnia di donne e d’uomini che in quel punto avevano morto una lepre, e pensò che quella devesse esser la signora del castello. La donna veggendo il cavaliero, che a l’abito e al cavallo le parve persona onorata, e conoscendo che il cavallo vinto da stracchezza non poteva caminare, mandò uno dei suoi a spiar chi fosse. E inteso chi era, gli andò incontro e molto cortesemente lo raccolse e mostrò aver molto caro averlo veduto, per la buona fama che di lui e del suo valore aveva sentito, ed anco per rispetto de la madre, con la quale teneva buona amicizia essendo insieme confinanti. Egli era già sera, onde invitarono don Diego a restar con loro la notte, e mandarono subito uno che andasse ad avvertir la madre di lui a ciò che non lo veggendo ritornar quella notte a casa non stesse di mala voglia. Don Diego, basciate le mani a la madre ed a la figliuola, molto le ringraziò de la lor cortesia ed accettò l’invito. E così di brigata s’inviarono verso il castello de le donne, avendo elle fatto dar a don Diego un cavallo e menar a mano il suo giannetto, che era fuor di lena. Ne l’andare entrarono in diversi ragionamenti e avvenne che don Diego, che era bellissimo ed aggraziato giovine, alzando gli occhi si riscontrò a punto negli occhi di Ginevra la bionda, la quale lui fisamente guardava. Furono quei dui sguardi così focosi e di tanta forza, che don Diego di lei ed ella di lui restarono fieramente accesi e l’un de l’altro prigionieri. Risguardava l’acceso amante la bella giovanetta, che da sedeci in dicesette anni poteva avere, che suso