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malvagia femina si vogliono l’altre sprezzare; anzi per una buona, chè molte ce ne sono, deveno tutte l’altre esser dagli uomini sempre onorate e riverite, perciò ch’io porto ferma openione che mai non sia lecito contra le donne incrudelire. Ma io non voglio adesso entrar in questo profondo abisso. Solo dico che quanto più un uomo onora una donna, tanto più mostra egli esser nobile e degno d’ogni onore. State sano.


NOVELLA XXVII
Don Diego da la sua donna sprezzato va a starsi in una grotta, e come n’uscì.


Essendosi oggi buona pezza ragionato de la passata guerra e raccontatesi molte stratageme fatte per vincer così dai nemici come dai nostri, e ricordata la disgraziata morte di quel buon uomo, valoroso ed onorato vecchio, padre de la milizia, il conte di Collisano, che tutti di nuovo ci attrista, ora mi comandate, signor mio, che io con qualche piacevol novella rallegri tutta la compagnia, che quasi per così trista ricordazione ha le lagrime sugli occhi. E perciò che io so che appo voi non mi debbo nè posso scusare, ubidirò a quanto mi comandate, cioè di narrarvi una novella. Ma di potervi rallegrare non so io come sarà. Pure egli mi pare che diletterà ciò che io vi dirò per la varietà de le cose. Dico adunque che in Ispagna vicino ai monti Pirenei, non sono ancora molti anni passati, a certe sue castella abitava una vedova ch’era stata moglie d’un cavaliero di nobilissimo sangue in quei paesi nato, la qual di lui aveva avuta una figliuola senza più, molto vaga e bella, e quella teneva quivi e nodriva con gran cura. La fanciulla si chiamava da tutti Ginevra la bionda, perciò che aveva i suoi capelli in modo biondi che parevano fila d’oro ben brunito e terso. Erano, forse mezza giornata presso al luogo dove Ginevra la bionda abitava, alcune castella d’un cavalier giovine, che era anch’egli senza padre, e la madre l’aveva lungo tempo fatto dimorar a Barcellona a ciò che imparasse lettere, e insieme con le lettere i buoni e civili costumi con creanza di gentiluomo. Egli era divenuto costumato e molto gentile e, oltra le lettere, s’era dato a l’arme, di modo che tra i cavalieri giovini di Barcellona pochi ce n’erano suoi pari. Ed avendo i barcellonesi ordinata una giostra per onorar il re Filippo d’Austria, che per la Francia passò in Catalogna per andare a prendere il possesso di quei suoi regni in Spagna, fecero scielta