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da quella Signoria e l’ebbe di potervi con tutta la famiglia stare. In questo mezzo egli mandò via i figliuoli ed ordinò le cose sue di modo che il dì medesimo che ebbe il comandamento dagli anconitani di partirsi fra quindici giorni, egli con la moglie ed altri suoi montato a cavallo se n’andò a Siena. Il che i dui fratelli Ragonesi intendendo e veggendosi ingannati, chè pensavano a l’improviso còrgli per la via, fecero tanto con Alfonso Petrucci cardinal di Siena, che il signor Borghese fratello del cardinale e capo de la Signoria senese operò che medesimamente da Siena il Bologna fu mandato via. Il perchè assai pensando dove si devesse riparare, deliberò con tutta la famiglia andar a Vinegia. Si misero adunque in viaggio caminando per quello dei fiorentini verso Romagna per mettersi in mare e navigar a Vinegia. E già essendo arrivati su quello di Forlì, s’avvidero di molti cavalli che gli seguitavano, dei quali ne avevano avuto qualche spia. Onde, pieni di paura e poveri di conseglio, non veggendo a la vita loro scampo, più morti che vivi restarono. Nondimeno spinti dal timore si misero a caminar più forte che potevano per giungere in una villetta non molto lungi, con speranza là dentro salvarsi. Era il Bologna suso un caval turco di gran lena e volante corridore, ed aveva messo il primo figliuolo suso un altro buonissimo turco. L’altro figliuolino e la figliuolina erano tutti dui in una lettica. La moglie era suso una buona chinea. Egli col figliuolo si saria di leggero salvato, perciò che erano su buon cavalli, ma l’amore che portava a la moglie non lo lasciava partire. Ella, che credeva fermamente che quelli che venivano non devessero nuocere se non al marito, l’essortava tuttavia piangendo che si salvasse, dicendogli: – Signor mio, andate via, chè i signori miei fratelli a me non faranno male nè ai nostri figliuoli; ma se voi ponno avere, incrudeliranno contra voi e vi faranno morire. – E dandoli subito una gran borsa piena di ducati, non faceva altro che pregarlo che fuggisse, chè poi col tempo forse Iddio permetterebbe che i signori suoi fratelli s’acquetassero. Il povero marito, veggendo che quei che lo cacciavano erano tanto propinqui che ordine non v’era che la moglie si potesse salvare, dolente oltra modo, con infinite lagrime da lei prese licenza, e dando degli sproni al turco disse ai suoi che ciascuno attendesse a salvarsi. Il figliuolo, veggendo fuggir il padre a sciolta briglia gagliardamente lo seguiva, di modo che il Bologna con il figliuolo maggiore e quattro servidori che erano ben a cavallo si salvarono, e cambiato il pensiero d’andar verso Vinegia tutti sei a Milano se n’andarono. Quelli che erano venuti