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assai ed assai ebbe farneticato, di mille mezzi che chimerizzato aveva deliberò provarne uno, che a lui parve il più facile a fare e men periglioso a conseguir l’intento suo. Aveva egli in casa dui asini che per bisogni di quella teneva. Onde, avendo alloppiato quattro utri d’ottimo e soavissimo vino, di quello gli asini caricò. Venuta poi la notte andò non molto lontano dal luogo ove il fratello stava appiccato. Ed essendo circa la mezza notte, fingendo venir di lontano se ne tornò per la strada che dritto a le forche il conduceva. Ove essendo già vicino, disgruppate alcune funi che gli utri legavano, cominciò a gridare e domandar ad alta voce aita. I guardiani del corpo tutti vi corsero, e veggendo che gli utri erano per andar per terra, tutti vi misero le mani e sostenendoli furono cagione che il giovane, che si mostrava grandemente di mala voglia, come credendo che il vino si devesse versar fuori e perdersi, di nuovo racconciò gli utri su gli asini; e ringraziando coloro che aiutato l’avevano disse loro: – Buon soldati, io vi sono molto tenuto, chè se qui non eravate, per lo capo del dio Anubi, io perdeva questo mio vino, che sarebbe stato a me di grandissimo danno, perchè io con questo traffico che faccio sostengo me e la mia povera famiglia. Io de l’aita a me prestata ve ne resto ubligatissimo e senza fine ve ne ringrazio. E per pagar alcuna particella del debito voglio che di compagnia beviamo di questo buon vino, che so che vi piacerà. – E tratto fuor d’una sua bisaccia pane e carne, ne diede a tutti ed egli anco si mise a mangiare e dar loro da bere. Come quei soldati gustarono la dolcezza e soavità del vino, vi so dire che ne tracannavano gran bicchieri, nè troppo stettero tuttavia bevendo che furono da gravissimo sonno presi, e cadendo in terra tutti restarono addormentati. Il giovine, che bevuto non aveva sapendo la vertù del vino, come vide questo, prese il corpo del fratello, ed in luoco di quello v’appiccò uno degli utri ed a casa se ne tornò tutto lieto. Ma prima che si partisse agli addormentati guardiani la barba dal canto destro tagliò. Il re la mattina, intendendo il fatto, si meravigliò senza fine de l’ingegno del ladro e lo commendò per audace ed astutissimo. E perchè spesso avviene che molti per dar compimento a’ lor desideri non si curano far di quelle cose che disoneste sono e vituperose, si deliberò il re di voler sapere chi fosse questo scaltrito ed avvisto ladro e tenne questo modo. Egli aveva una bellissima figliuola da marito di diciotto in dicenove anni. Fece il re bandire esser a ciascuno lecito andar la notte a giacersi con la figliuola ed amorosamente prender di lei piacere, mentre che prima le giurasse