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gli va per l’animo. – Erano molti altri signori e gentiluomini cortegiani presenti a questi parlari e, secondo che veggiamo talora avvenire, chi una cosa e chi un’altra ne diceva. Onde molto varie furono le openioni loro che sovra la detta materia avevano. E perchè gli uomini tutti non sono d’un temperamento e molti si persuadeno saper più del compagno, e ne le chimere loro sono di maniera ostinati che de la ragione punto non si appagano, quasi che i ragionamenti vennero in gridi ed in romori. Il che fu rapportato a madonna la reina. Ella, che donna era a cui le gare e questioni in corte meravigliosamente dispiacevano, fatti a sè chiamar coloro che ragionato avevano, volle puntalmente che i parlamenti avuti le fossero narrati. E avendo il tutto inteso, disse che in effetto ciascuno poteva a suo piacer credere in tal materia ciò che voleva, ma che era bene presontuosa e temeraria pazzia giudicar tutte le donne d’una maniera, come anco errore grandissimo esser si conosceva a dire che tutti gli uomini fossero di medesimi costumi, veggendosi tutto il dì il contrario manifestamente, perciò che così negli uomini come ne le donne tante sono le differenze e le varietà de le nature quanti sono i cervelli, e che dui fratelli e due sorelle, ad un medesimo parto nati, saranno il più de le volte di contrario temperamento e di costumi diversissimi, e ciò che piacerà ad uno dispiacerà a l’altro. Onde conchiuse essa reina che ella portava fermissima openione che il cavalier boemo avesse ragione di credere de la sua moglie quello che ne credeva, avendola per lungo tempo praticata, e che in questo egli faceva prudentemente e da uomo saggio ed avveduto. Ora perchè, come si vede, gli appetiti umani sono insaziabili e un uomo più de l’altro è ardito, anzi, per meglio dire, ostinato e temerario, furono dui baroni de la corte, ongari, che portavano il cervello sopra la berretta, i quali a la reina in cotal forma dissero: – Madama, voi fate bene a mantener la ragione de le donne, poi che sète donna. Ma a noi dà il core che, se fossimo là ove questa nuova donna di marmo dimora e le potessimo parlare, che senza dubio romperemmo quel suo core adamantino e la recheremmo a far il nostro volere. – Io non so ciò che avvenisse nè quello che fareste, – rispose il cavalier boemo; – ma so bene ch’io non m’inganno. – Molte cose alor si dissero, e riscaldandosi su ’l questionare l’una parte e l’altra, i dui baroni ongari, che troppo si persuadevano d’esser sufficienti a ogni affare, affermarono ciò che detto prima avevano, con giuramento che impegnariano quanto possedevano di beni mobili ed immobili, se in spazio