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altro ella conviene, essendo voi negli anni de la florida giovanezza, oltre le molte doti che in voi sono, di maturi costumi e di provida discrezione dotato. Ed io porto ferma openione che mai voi non sareste stato così trascurato come furono i dui ongari ne la novella nominati. Il perchè, leggendo le loro pazzie, vi forzarete più di giorno in giorno misurare le operazioni vostre, come saggiamente fate, col compasso de la ragione, ed avanzar la espettazione che la buona creanza vostra sempre ci ha dato. State sano.


NOVELLA XXI
Mirabil beffa fatta da una gentildonna a dui baroni del regno d’Ongaria.


Io non so, signora Cecilia molto amabile ed onoranda, se così di leggero mi debbia, avendomene voi pregato, porre a novellare, non essendo io molto pratico di cotal mestiero, nel quale veggio alcuni in questa nobile ed onorata compagnia, che vie meglio di me e con maggior sodisfazione di tutti, essendo in quello essercitati, si diportarebbero, ed io più volentieri ad udirli me ne dimorarei che esser io il dicitore. Ma perchè voglio che sempre i vostri cortesi preghi abbiano appo me luogo di comandamento, io, a la meglio che saperò, dirò una novella, la quale, non sono molti anni, il signor Niccolò di Correggio, mio zio, narrò, essendo dal regno d’Ongaria tornato, ove per commessione del duca Lodovico Sforza era ito per accompagnar il signor donno Ippolito da Este cardinal di Ferrara, che a prender la possessione del vescovado di Strigonia andava. Devete adunque sapere, per dirvi la novella, che Mattia Corvino, come qualunque persona che sia qui può per fama aver inteso, fu re d’Ongaria, e perchè era bellicosissimo ed uomo di grandissimo vedere, fu il primo famoso ed anco il più temuto da’ turchi che in quel reame già mai regnasse. E tra l’altre molte vertù sue, così de l’arme come de le lettere, era il più liberale ed il più cortese prencipe che in quella età vivesse. Egli ebbe per moglie la reina Beatrice di Ragona, figliuola del re Ferrando vecchio di Napoli e sorella de la madre d’Alfonso, oggi duca di Ferrara, la quale in vero fu donna eccellentissima di lettere, di costumi e d’ogn’altra vertù, a donna di qualunque grado si sia appartenente, ornata. Ella, non meno del re Mattia suo marito, cortese e liberale, ad altro non attendeva, che tutto il dì