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concia, credette che ella fosse una de le cortegiane di Roma, e gli venne voglia di provare come ella sapeva ben trottare. Onde se le accostò, e volendola basciare, ella con un rigidissimo viso gli diede con le mani nel petto ed iratamente da sè lo rimosse dicendo: – Va a le forche, manigoldo che tu sei; come hai tu ardire di accostarti a femina che sia, avendo tua moglie uccisa? Che Dio mandi fuoco da cielo che t’arda. Chè se in me fossero cento mila buchi atti a dar piacere agli uomini e tu mi volessi dar il tesoro del mondo e farmi imperadrice, io d’un solo non ti servirei. Tu avevi in Roma giovane nobile e assai bella per moglie, e per compiacer ad una che ha marito, tu sei di quella stato il beccaio. Io in quell’ora che in nave venni, passai per quella contrada e vidi in casa tua gente assai e sentii un grandissimo romore. Onde di brigata con molti entrai in casa e vidi il letto tuo tutto pieno di sangue. Vero è che il corpo di tua moglie ancor non si trovava. Ma sta di buona voglia, sozzo cane che sei, che Iddio ti punirà. Via col diavolo che ti rompa il collo; levamiti dinanzi, uomo da poco. – E queste parole ella disse mezze spagnuole e mezze italiane, parlando come costumano gli oltramontani quando vogliono parlar italiano. Egli, sentendo questa riprensione, restò tutto confuso e fuor di sè. Erano vicini a Portovenere per pigliar porto, quando si levò un fierissimo temporale che gli spigneva a terra. Onde non potendo pigliar la via del porto e temendo rompere in qualche scoglio, deliberarono per scampo de la vita di alleggerire il legno. E così cominciarono a trar in mare de le mercanzie e robe, che a mano ai marinari venivano. E portando tuttavia sopra coperta colli, balle, casse ed altre cose, pigliarono anco la cassa di Marco Antonio per gettarla in mare. Ma Cornelia, che vestita era da uomo, venne sopra coperta gridando e volendo vietar che la cassa non si gettasse in mare, e correndovi anco Marco Antonio, i marinari, non avendo risguardo a nessuno e facendo il tutto per salvezza de la vita, gettarono in mare la cassa, ed essendovisi Cornelia appiccata con le mani, in quel furore cascò anco ella in mare. La nave dal vento portata volava su l’acqua di maniera che nessuno puotè darle aita, e il misero Marc’Antonio disperato fu per gettarsi in mare. Tuttavia, veggendo che rimedio non v’era, se ne diede a la meglio che puotè pace. Non perciò tanto gli premeva la morte de la sua Cornelia quanto la perdita dei danari e gioie che erano ne la cassa. Erano sovra il promontorio che i genovesi dicono Capo di Monte quando questo avvenne. E rinforzandosi il vento che a terra gli spingeva, dopo l’essersi