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16 | parte prima |
zie ve ne renda. Se poi, come di leggiero forse avverrà, cose assai vi saranno rozze, mal esplicate, nè con ordine conveniente poste, o con parlar barbaro espresse, a la debolezza del mio basso ingegno l’ascriva e al mio poco sapere, e pigli in grado il mio buon volere, pensando ch’io son lombardo e in Lombardia a le confini della Liguria nato, e per lo più degli anni miei sin ad ora nodrito, e che, come io parlo così ho scritto, non per insegnar altrui, nè accrescer ornamento a la lingua volgare, ma solo per tener memoria de le cose che degne mi sono parse d’essere scritte, e per ubidire a voi che comandato me l’avete. State sana.
NOVELLA I.
Buondelmonte de’ Buondelmonti si marita con una, e poi la lascia per prenderne un’altra, e fu ammazzato.
Io porto ferma openione, signori miei, che nostro Signore Dio vi abbia spirato la sua grazia a far la determinazione che conchiusa avete di non voler più attendere a la pratica di dare una de le vostre signore figliuole per moglie al signor conte di Gaiazzo. Il parentado veramente è molto onorato e nobile, essendo il conte della antichissima casa Sanseverina, che già molti secoli ha posseduto e possede nel Reame di Napoli ducati, prencipati, contee e baronie e stati opulentissimi, da la cui stirpe sono usciti uomini eccellentissimi, così ne la milizia come in altre vertù. Esso conte poi è cavaliere molto onorato, giovine della persona benissimo disposto, e che punto da li padri e avoli suoi non traligna. Onde non potrebbe di lui se non buono ed onorevole parentado venirvi. E ben che, secondo che qui è stato detto, la signora contessa sua madre volentieri con voi s’imparentasse, pigliando la signora vostra figliuola per nora, nondimeno, avendo già papa Lione fatto principiare il maneggio di dare al conte per moglie una sirocchia del cardinal Cibo, che è figliuola d’una sorella di esso papa, io crederei che non ve ne potesse se non seguire molto disturbo; chè essendo voi fuorausciti di Bologna, e dimostrando papa Lione volervi bene e già fattovi molti piaceri, egli si potrebbe in così fatta guisa sdegnare, che a voi sarebbe di non picciolo danno, e tanto più che a la corte di Francia, ove al presente il conte si ritrova, seco la pratica per uno gentiluomo espressamente dal cardinal Cibo mandato si maneggia. Sì che, signori miei, fatto avete saviamente resolvendovi