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fiorentina salute
Se le donne, di qual grado od età si siano, quando sono dagli uomini richieste di cosa meno che onesta, sapessero quanto importi nel sesso feminile e di quanta lode sia degno questo titolo d’onestà, e quanto le renda agli uomini amabilissime e più che care, elle nel vero non sarebbero così pieghevoli e facili a darsi loro in preda, come assai sovente si vede che fanno. Ponno pur le donne, e per udita e per lezione e spesso anco per i casi che a la giornata occorreno, sapere che infinite ne sono state, per aver troppo leggermente creduto, ingannate, e che generalmente gli uomini tante ne appetiscono quante ne vedono, e mai, o ben di rado, d’una sola si contentano; e nondimeno tutto il dì elle danno di capo ne la rete, e correno a la manifesta rovina loro, come la farfalla tratta da la vaghezza del lume corre volando a la certa sua morte. Nè credo io che altro di questo sia cagione, se non che molte per poco cervello s’abbagliano, ed altre assai, persuadendosi o con beltà o con altri modi poter legar gli uomini e tenergli sempre soggetti, di gran lunga ingannate si ritruovano. Non fece già così la sempre da essere commendata e riverita gentilissima vostra cittadina Gualdrada, la quale assai più stimò d’aver questo titolo d’onestà che la grazia ed il favore d’Ottone III, imperadore romano. Il che come avvenisse, essendo il valoroso giovine e provido capitano, il signor Marco Antonio Colonna, dopo la rotta data al signor Bartolomeo Liviano a la torre di San Vincenzo, alloggiato nel venerabil convento di Santa Maria Novella, narrò a la presenza sua frate Sebastiano Buontempo, maestro in sacra teologia e priore del detto convento. Essendomi paruta l’istoria degna d’eterna memoria, l’ho descritta, come vederete, e al nome vostro dedicata. E come poteva io meglio collocarla, che un generoso atto d’una magnanima vergine ad un’altra vergine non meno onesta e magnanima, qual voi sète, donare? Attendete pur e perseverate, seguendo il camino che principiato avete, chè ogni giorno più s’accrescerà in voi il desio de la vertù e de le