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di te, dammi la mano, ch’io ti porrò a lato a la tua donna. Viemmi destramente dietro. – E così lo condusse e lo pose a lato a la Pasqua. Egli poi di lungo se n’andò ove madonna Lucrezia giaceva, ed a canto a quella corcatosi, colse con inganno quel tanto da lui desiato frutto, che da lei mai per preghiere non gli era stato concesso. E ben che la donna per molti segni colui che seco si giaceva tenesse per fermo non esser Bernardino, nondimeno per tema de la vecchia, che sovente tossir sentiva, che era svegliata, non osò dir nulla già mai. Medesimamente la Pasqua s’accorse molto bene che Ferrante non era quello che il pelliccione le scuoteva, e si trovò dolente oltra modo, e non ardiva far motto per tema de la vecchia dicendo tra sè: – Lassa me, che cosa è questa? costoro non mi hanno per certo intesa. Ferrante sarà ito e postosi in letto con madonna, e Bernardino è questo che meco si giace. Se madonna di questo error s’accorge, crederà in fè di Dio ch’io l’abbia fatto a posta, e mai più non averò pace seco. Ma io non vi ho colpa. E se non mi hanno inteso, che far ci posso? – Ora venuto il tempo di levarsi, Giacomo disse pian piano ne l’orecchia a la Pasqua che senza fallo la seguente notte ritornarebbero. Sapeva messer Gregorio che questa novella non poteva andar molto innanti che non si scoprisse, sì perchè dubitava che le donne de l’inganno non si accorgessero, ed altresì che di giorno in giorno aspettava Bernardino. Per questo voleva fin che concesso gli fosse goder madonna Lucrezia, avvenisse poi ciò che si volesse. Levatisi adunque senza far stropiccio alcuno, se ne tornarono a casa. Era messer Gregorio de l’inganno al fratello usato fuor di modo allegro, e ragionando con Giacomo gli domandò come s’era la notte diportato. – Io vi dirò il vero, – rispose Giacomo; – madonna Lucrezia non mi par più dessa. Io l’ho ben trovata grande e compressa come prima, ma il fiato non ha più così soave come soleva; non già che le putisca, ma mi pare un poco grosso. Non ha anco più ne la persona quella delicatezza de le carni che era usa d’avere, chè adesso mi paiono a toccarle carne d’oca, che prima rassembravano schietto avorio. Le ho poi trovate le mani dure e ruvide, nè so che mi dire. – Messer Gregorio a queste parole del fratello smascellatamente rideva, e quasi di lui si gabbava, e gli diceva: – Io non so come sia possibile che ella abbia fatto in così breve tempo tanta mutazione; potria esser per qualche accidente. Ma ella tornerà al naturale. – Da l’altra parte madonna Lucrezia e la Pasqua, che sapevano d’aver la notte cangiati gli amanti, si guardavano mezzo in cagnesco; e tuttavia credendo l’una