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non trovar luogo che le giovasse. Poichè il marito si levò di camera, ordinò che una sua vecchia nodrita in casa dormisse con la Pasqua, a ciò che fossero preste ai bisogni de la donna. Stando le cose di questa maniera, ella il più de le volte si giaceva sovra il lettuccio, e parendole poter far venir il suo amante, mostrando però tuttavia esser cagionevole de la persona, ordinò a la Pasqua che il facesse venire. Al che ella non diede indugio, ma trovato Giacomo gli disse che la seguente notte a l’ora consueta l’aspettava. Il che al giovine fu molto caro. Onde egli e messer Gregorio, come soliti erano, passarono ne l’orto attendendo la Pasqua, la quale quando vide l’oportunità del tempo se ne andò giù, e giungendo a l’uscio de l’orto trovò che quivi era messer Gregorio, e pensandolo Bernardino, gli disse pian piano la trama che la donna aveva ordita per trovarsi con lui ai soliti piaceri: – E perchè donna Menica dorme meco nel letto grande, e madonna si giace nel mio lettuccio, egli vi conviene che vi spogliate qui, e poi veniate suso chetissimamente, chè io non posso accompagnarvi, nè vorrei più qui tardare, a ciò che donna Menica svegliandosi non si accorgesse che io non ci fossi. Voi sapete la via; venite, come spogliati sète, pian piano, che trovarete tutti gli usci aperti. – In questo mezzo che la Pasqua diede questi ordini a messer Gregorio, era stato Giacomo a far certo suo bisogno in fondo de l’orto, ed arrivò in quel punto presso al fratello quando la Pasqua si partiva. Messer Gregorio, che gran tempo era stato innamorato di madonna Lucrezia, si sentì destare il concupiscibile appetito e riaccendere le già quasi spente amorose fiamme. E ancor che sapesse Giacomo essersi con la donna amorosamente mischiato e per fermo tenesse Bernardino altresì aver di quella carnalmente preso piacere, poco di ciò curandosi, deliberò prender l’occasione che la fortuna gli poneva innanti ed esser il terzo giostratore in questa amorosa guerra, sapendo che il numero ternario appo gli antichi era numero perfetto e sacro ed in tutte le azioni loro di grandissima venerazione. Onde disse a Giacomo parte di quello che da la Pasqua aveva inteso, e tacque il resto. Spogliatisi adunque e riposti i panni insieme sotto il pergolato, cheti se ne salirono di sopra, e giunti a la camera e trovato che l’uscio di quella non era fermato, disse messer Gregorio ne l’orecchia al fratello: – Vedi, frate, guardati di far motto di parole a madonna Lucrezia, perciò che è seco a dormire la vecchia de la casa, la quale se ti sentisse, noi guastaremo i fatti nostri. Giuoca a la mutola e datti piacere. E perchè io anderò per l’oscuro più sicuramente