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vita e non si poteva a modo veruno consolare, avendo sempre l’animo a Bernardino. Per questo il giacersi col marito le era di grandissimo dispiacere, e tanto più pareva che la sua pena si facesse maggiore, quanto che ognora le mancava la speranza per la presenza del marito di potersi più trovare, o rarissime volte, con il suo amante. Da l’altra banda Giacomo, a cui gli abbracciamenti de la donna sommamente erano stati cari e senza fine piacevano, ogni dì sollecitava la Pasqua, con le più dolci preghiere ed affettuosissime parole che fosse possibile, a ciò che trovasse via che potesse esser con madonna. La Pasqua il tutto a la padrona faceva intendere e le diceva: – Madonna, a me fa pur gran peccato de la doglia che sopporta Bernardino tutto il dì, non si potendo trovar con voi. Egli con il suo dolce ragionare moverebbe i sassi a pietà, e pare che mi cavi il core per la compassione che ho di lui. – Con queste e simili ambasciate aggiungeva la fante fuoco a le ardenti fiamme di madonna, la quale tuttavia struggendosi ad altro non pensava che a trovar modo con qualche inganno d’appiccarla al marito, e farsi venir il suo amante. E poi che la malizia ebbe pensata, la communicò con la fante, e tra loro trovatola buona deliberarono mandarla ad effetto. Finse madonna Lucrezia e diede voce d’esser gravida e, per meglio accompagnar questa sua finta gravidezza, cominciò a sputar assai più del solito, lamentarsi di dolor di stomaco e mostrar ben spesso di aver vomito. Finse anco d’aver perduto l’appetito e d’esser talmente svogliata di cibarsi, che diceva non trovar gusto in cibo alcuno. Il povero marito ogni giorno faceva recar a casa augelletti che la stagion dava e farle fare i più saporosi e delicati manicaretti, con speziarie e cose aromatiche, che fosse possibile. Ella del tutto fastidita mostrandosi, nulla o poco, che veduta fosse, mangiava. Ma la scaltrita Pasqua, ai tempi debiti, recava sempre qualche vivanda e vini preziosi, con i quali la madonna ristorava. La notte poi per il letto dimenandosi non lasciava riposar il marito. Egli che quelle simulate passioni esser vere credeva, aveva assai maggior dolore di quello che la moglie mostrava sofferire. Le fece far rimedii assai senza profitto veruno. E perchè ella affermava pure d’esser gravida, non osarono i medici metter mano a farle aprir le vene nè darle medicine solutive. Il marito per lasciar il letto libero a la moglie s’era ridutto in un’altra camera, ed in quella ove dormiva la donna erano duo letti, un grande ed un lettuccio intorniato di sarge. Ella ora su questo ed or su quello si corcava, mostrando