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fa madonna Luzia, che, come vedete, può ancor ella tra le belle esser annoverata. Deveva in vero ciascuno di voi de la sua moglie contentarsi e non, come fatto malamente avete, abbandonarla, cercando meglior pan che di grano. O bella cosa a lasciar convenevoli, belle e buone mogli per altrui! Voi vi dolete de le vostre donne, e pur dovereste di voi e non d’altri rammaricarvi, e col rammarico e dolore aver pazienza grandissima, perciò che avendo da star bene a casa vostra cercaste beffarvi l’un l’altro con i vostri amori, come quelli che dei cibi di casa eravate fastiditi e svogliati; ma lodato Iddio ed il saggio avvedimento nostro, chè se danno o vergogna ci è, ella deve pur tutta essere di voi dui. Chè, a la croce di Dio, io non veggio già a voi altri uomini più concessa licenza di far male che a noi, ben che per dapocaggine del sesso nostro vogliate far ciò che più v’aggrada. Ma voi non sète già signori, nè noi siamo serve, ma ci domandiamo consorti, perciò che le santissime leggi del matrimonio, che fu il primo sagramento da Dio dopo la creazion de le cose dato ai mortali, vogliono che la fede sia uguale, e così sia tenuto il marito esser fedele a la moglie, come ella a lui. Che adunque querelando v’andate, se qual asino dà in parete, tal riceve? Non sapevate voi che la bilancia de la giustizia deve star giusta e non pender più da un canto che da l’altro? Ma lasciamo oggimai il questionar di cotesto, e vegniamo a quello per il quale ci siamo presentate in questo luogo. Due cose, giustissimo prencipe, dinanzi al sublime cospetto vostro e di questi clarissimi signori ci hanno condotte, chè altrimenti non saremmo state ose presentarci in publico, e meno io averei avuto ardir di parlar in questo augustissimo auditorio, che solamente ad essercitati ed eloquentissimi uomini si concede, non a noi che a pena a l’ago ed al fuso siamo bastanti. Primieramente di casa ci partimmo per far conoscere che i nostri mariti non erano stati omicidi, non pure di messer Aloise, che è qui, ma anco di nessun altro, ed a questo avevamo sufficiente e degna testimonianza. Ma in ciò affaticarsi non bisogna, levandoci in tutto la fatica che accader poteva, la presenza di messer Aloise, nè altro si sa che sia stato ucciso. Restaci una cosa, la quale è che la mia madonna Luzia ed io riverentemente supplichiamo il serenissimo prencipe, che degni con il favore ed autorità sua e di questi eccellentissimi signori reconciliarne con i mariti nostri, e far che da loro impetriamo pace, quando averemo lor fatto toccar con mano che noi siamo le offese ed essi gli offensori, e che tanto è stato il nostro errore, se error perciò si può dimandare, quanto vollero