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accrescendo sempre la fama il male, si diceva che il Foscari aveva confessato di molti ladronecci, di modo che nè parente nè amico v’era, che ardisse a parlar per loro. Madonna Gismonda, che amarissimamente aveva pianto l’infermità del suo amante, poi che intese la confessione che fatta aveva, e chiaramente conobbe che per non macchiar l’onor di lei egli aveva eletto perder l’onore e la vita insieme, sentì il core di così fervente amore verso quello accendersi, che quasi ne moriva. Il perchè avuta via di mandargli a parlare, che stesse di buona voglia il confortò assai, perciò che ella era deliberata di non lasciarlo morire, ma la cosa come era seguita manifestare, e per fede di quanto dicesse di mostrar le lettere amorose che egli scritte le aveva ed in giudicio produr la scala di corda che da lei in camera s’era serbata. Aloise udite le amorevoli dimostrazioni che la sua donna a salvezza di lui far s’apparecchiava, si ritrovò il più contento uomo del mondo, e fattenele render infinite grazie, le fece prometter che subito che fosse uscito di prigionia per leggitima sua consorte la sposarebbe. Del che la donna grandissima contentezza sentì, amando più che l’anima sua il suo caro amante. Madonna Luzia e madonna Isotta, udita la voce sparsa del morir dei lor mariti ed inteso il caso di madonna Gismonda, del quale madonna Luzia sapeva non so che per certe parole d’una femina, pensarono a punto la cosa esser com’era. E tutte due insieme consigliatesi di ciò ch’a far vi fosse per salute dei mariti, montate in gondola, andarono a ritrovar essa madonna Gismonda, e tra lor tre tutti gli accidenti loro communicati, restarono insieme d’accordo di proveder a la vita degli uomini loro. Erano le due maritate dopo il caso occorso de la prigionia dei mariti cadute in odio agli amici e parenti de l’una e l’altra parte, credendosi da tutti che elle fossero due disonestissime femine. Il perchè non era stato nessuno che mai l’avesse visitate nè condolutosi seco de l’infortunio loro. Ora, essendosi divolgato che i prigioni devevano esser per mano de la giustizia ammazzati, elle fecero intender ai parenti che non si pigliassero fastidio nè cura di cosa alcuna, nè più innanzi ricercassero, ma stessero di buon animo ch’elle erano onestissime e che i mariti loro non riceverebbero nè danno nè vergogna. Ben li pregarono che procurassero che uno dei signori avvocatori il caso intromettesse, e del rimanente lasciassero a loro il carico del tutto, chè elle di procuratori e d’avvocati non avevano bisogno. Pareva pur troppo strano questo ai parenti, nè sapevano che imaginarsi, tenendo il caso troppo