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ed io pensando potermene a casa andare, con la scala che era di corda mi partii, ed isvenni per la via non so dove. – Il signor de la notte, che era messer Domenico Maripetro, di simil ragionamento si meravigliò forte, e dolsegliene pur troppo, perciò che tutti quelli ch’in camera erano, chè molti, come in simil caso avviene, vi si trovarono, l’avevano udito, e non potendo altro fare gli disse: – Aloise, la tua follia è stata troppo grande, e me ne rincresce pur assai; ma io più a la patria e a l’onor mio son debitore, che a chi si sia. Tu rimarrai adunque qui sotto la custodia ch’io ti lascierò, chè quando tu non fossi nel termine in che ora ti truovi, io ti farei di presente condurre in prigione come tu meriti. – Lasciatolo adunque quivi sotto buona guardia, se n’andò di lungo al conseglio de’ Dieci, magistrato ne la città nostra eccellentissimo e di grandissima autorità, e trovando i signori di conseglio congregati, a loro il tutto puntalmente espose. I capi del conseglio, che di già infinite querele di molti ladronecci, che la notte per la città si facevano, avevano udito, ordinarono a uno dei lor capitani che in casa del prete sotto diligentissima guardia Aloise Foscaro custodisse, fin che fosse in termine di poter esser essaminato e con tormenti astretto a dir la verità, tenendo per fermo che di molte altre rubarie devesse aver commesso, o almeno saper chi fossero stati i ladri. Fu poi ragionato di Girolamo Bembo, che in camera d’Anselmo Barbadico, e di esso Anselmo, il quale in camera di Girolamo, da mezza notte quasi ignudi erano stati trovati e presi prigioni. Ed avendo altre faccende vie più importanti da trattar per la guerra che avevano con Filippo Maria Vesconte duca di Milano che non erano queste, fu conchiuso che un’altra volta se ne tratteria. Tuttavia che in questo mezzo fossero essaminati. Era stato il prencipe in conseglio presente al tutto, ed uno di quelli che più severamente contra il nipote aveva parlato. Nondimeno molto difficil gli era a creder che il nipote suo, uomo ricchissimo e d’ottimi costumi, si fosse abbassato a così vile ed abominevol vizio di rubare. Onde cominciò varie cose fra l’animo suo a rivolgere, ed avuto modo di far segretissimamente parlare al nipote, fece tanto che da lui ebbe la verità del fatto. Da l’altra parte Anselmo e Girolamo, domandati dai ministri de la Signoria a questo deputati quello che in casa l’uno de l’altro a simil ora andassero facendo, confessarono che, avendo più volte veduto Aloise Foscaro passar per dinanzi le case loro da ore non convenevoli, che a caso quella notte, l’uno