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pianse e fu più volte per morir di doglia. Ora aveva costume Pietro Minio, padre di Carmosina, far ogni anno un viaggio in Barbaria e nel ritorno suo riscattare dieci o dodeci prigioni cristiani, e da quelli, se avevano il modo, col tempo farsi rendere i danari, e se erano poveri compagni, liberamente per amor di Dio lasciargli andar senz’altro pagamento ove volevano. Era stato Antonio Perillo più d’un anno schiavo, quando il Minio in Tunisi ordinò ai suoi fattori che secondo il solito riscattassero dieci prigioni. Il che fu fatto, e fu tra questi Antonio, ma sì barbuto che il Minio nol conobbe, nè egli si volle dar a conoscere. Furono tutti a Napoli menati, ove subito Carmosina conobbe il suo amante e feceli cenno che conosciuto l’aveva; di che egli restò molto contento. Ebbe poi ella modo col mezzo d’una donna di casa di parlargli, a cui dopo molte parole così disse: – Poi che mio padre t’ha rifiutato per genero perchè sei povero, io ti provederò di i danari, a ciò che tu possa tornar a mercantare e farti ricco e vivere onoratamente, mentre che tu mi prenda per moglie, perchè io altro marito che te non piglierò già mai. – Ringraziò Antonio la giovane e il tutto le promise. Ella, trovato il modo, rubò a la madre gioie e al padre buona somma di danari, e il tutto diede a l’amante; il quale, pagati i fattori del prezzo del riscatto, un’altra volta s’imbarcò e andò in Alessandria. Fu a questo secondo viaggio la fortuna favorevole, e Antonio con tanta diligenza al mercantare ed al guadagno attese, che la fama venne a Napoli come egli era tutto cangiato e che faceva benissimo i fatti suoi. Onde dopo qualche dì essendogli sì bene la mercanzia riuscita che egli era più ricco che prima, attese a ricomperar le sue possessioni vendute, mandando di continovo danari a casa d’un suo zio che faceva i fatti suoi. Venuto poi a Napoli, in breve acquistò nome di costumato e ricco uomo. Il che fu a la sua Carmosina di gran piacere. Onde, parendo ad Antonio che più non devesse esser rifiutato, fece al Minio di nuovo richieder la figliuola per moglie. Conoscendo il Minio, Antonio esser per amor di Carmosina divenuto un altro uomo da quello che prima era, fu contento che il parentado si facesse. Sposò adunque Antonio la sua Carmosina meritevolmente acquistata e attese ad ordinare ciò che di bisogno era. Le nozze si fecero molto belle, e i dui amanti si ritrovavano i più contenti del mondo. E, ragionando insieme, Antonio narrava a la bella moglie il dolore che ebbe quando fu per la povertà rifiutato, la deliberazione che fece di cangiar vita, la miserabil servitù che in Barbaria aveva sofferta; e quella, per pietà di lui dolcemente lagrimante,