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facciamo loro tanti torti e le trattiamo molto domesticamente. Ma io non vo’ dar contra gli uomini e far come i cacatocci di Milano, che danno contra gli amici per parer savii, chè dicendo male de gli uomini direi mal di me stesso. Non voglio ancora armarmi di quella volgatissima autorità: «Amico Socrate, amico mi è Platone, ma più assai amica mi è la verità». Medesimamente io non vo’ dir male de le donne nè biasimarle, essendo io d’una donna nato e amandole come faccio e cercandole sempre d’onorare e riverire in ogni cosa che per me si puote, come molte di loro infinitamente meritano; ma ben più l’una che l’altra, de le quali io non vo’ per ora far il catalogo, chè a questo mosso non mi sono a scrivervi questa mia. Ben vi vo’ far partecipe d’una novella che occorse questa quadragesima passata, secondo che questi dì il nostro dotto messer Stefano Dolcino narrò, essendo egli stato a cena con la gentilissima signora Cecilia Gallerana contessa Bergamina. E nel discorso di questa novella potrete comprendere che non ostante tutti i rispetti i quali ne la nostra disputa si raccontarono, che quegli uomini che gettata la ragione dopo le spalle lasciano il freno a l’appetito, e le donne che disprezzato il prezzo de l’onestà, de la quale nè più bella nè più cara cosa deveriano avere, si lasciano governar a l’amorose voglie, che il più de le volte a mal fine si conducono. Vedrete anco di quanto male sia cagione l’ingorda e scelerata vita d’alcuni religiosi. Questa novella adunque a voi dono, a ciò che ne le mani dei lettori vada sotto il vostro nome. Vi piacerà poi mostrarla al nostro umanissimo messer Dionisio Elio, il quale sorto certissimo che subito entrarà in còlera grandissima contra il ribaldo frate, e in vero averà ragione non picciola. State sano.
Milano, come tutti sapete e ogni dì si può vedere, è una di quelle città che in Italia ha pochissime pari in qual si voglia cosa che a rendere nobile, populosa e grassa una città si ricerchi, perciò che dove la natura è mancata, l’industria degli uomini ha supplito, che non lascia che di tutto ciò che a la vita degli uomini è necessario cosa alcuna si desideri, anzi di più v’ha aggiunto la insaziabil natura dei mortali tutte le delicature e