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quella per aver più largo campo ai suoi appetiti avvelenare il marito, come se le fosse lecito, essendo vedova, far quanto le aggrada. Quell’altra, dubitando che il marito non discopra gli amori che ella fa, per via de l’amante lo fa ammazzare; e mille altre cose meno che buone, anzi molto vituperose fanno. E quantunque i padri, i fratelli e i mariti molte di loro, per levarsi dagli occhi il manifesto vituperio che rende loro la malvagia vita de le figliuole, sorelle e mogli, con veleno, con ferro e con altri mezzi facciano morire, non resta, per questo che molte di loro, sprezzata la vita che naturalmente a tutti è così cara e sprezzato l’onore che tanto si deverebbe stimare, non si lascino dagli sfrenati appetiti trasportare in qualche fallo. Si dissero cose assai, volendo noi investigare se secondo il corso de la ragion naturale vi si trovava argomento di questa lor trascurata vita. E dicendosi che era il poco cervello da la natura a quelle dato, per diffetto di cui si lasciano abbagliar molto leggermente dal piacer presente, senza aver riguardo al futuro male e danno che assai sovente dapoi ne segue, fu detto che cotesta ragione era frivola e di pochissimo momento; perciò che parimente gli uomini, che noi ci sforziamo di voler far di maggior capacità, cascano nei medesimi errori, perciò che veggendo tutto il dì impiccar quelli e squartar questi ed abbruciar quegli altri, offoscati anco essi dal mal regolato appetito, non cessano di commetter furti, latrocinii, rapine, omicidii, adulterii, e mille altre sceleratezze. Il che ordinariamente de le donne non avviene, le quali, se peccano, errano il più de le volte per esser troppo amorevoli e credule a le false lusinghe degli uomini che ogni dì, anzi ogni ora, dicasi pure il vero, cercano d’ingannarne qualcuna, parendo a molti di trionfare e d’aver cacciato il Turco d’Europa quando una semplice donna hanno beffata. Ora, non essendo donna nessuna presente ai nostri ragionamenti che la ragione del lor sesso diffendesse, e tutti noi essendo naturalmente inclinati a dar loro a dosso, non ritrovando altro, volemmo pur gettare la colpa dei loro errori nel lor poco cervello. Ma se il mondo si cangiasse e che le donne potessero aver una volta la bacchetta in mano e attendere agli studi così de l’arme come de le lettere, nei quali senza dubio molte di loro si farebbero eccellentissime, guai a noi. Io penso bene che ci renderebbero mille per uno e più, e che ci farebbero star tutto il dì con la conocchia a lato e col naspo e l’arcolaio, e ne cacciarebbero come guattari in cucina; e saremmo forse ben pagati, poi che noi molte volte fuor di ragione e oltre ogni convenevolezza