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di matteo bandello 7

che accordato dal pontefice Giulio III, venne da questo perciò creato il nostro Bandello vescovo d’Agen il primo giorno di settembre del 1550. Ma lasciando egli il governo di esso vescovado a Giovanni Valerio vescovo di Grasse, attese ad istudiare e comporre. Non c’è noto quando morisse, ma se vogliamo prestar fede ai Sammartani, era ancora vivo neiranno 1561. A lui succedette Giano Fregoso, altro figliuolo di Cesare, cui troviamo poi morto nei 1586. Ha composte l’opere seguenti:

1. Titi Romani, Ægesippique Atheiiiensis amicorum historia in latinum versa per F. Matthaeum Bandellum Castronovensem Ord. Praedicator., nominatim dicata clarissimo adolescenti Philippo Saulo Genuensi Juris Caesarei atque Pontificii alumno, ex aedihus Gratiarum Idib. Sept. mdvui. Mcdiolani apud Gotiardum Pontium, 1509, in-8. Questa è la famosa novella di Tito e Gisippo del Boccaccio, inserita nel suo Decamerone alla Giornata X, num. VIII, tradotta in latino dal Bandello. Il Vossio ha sbagliato, dicendo che questa traduzione fu da Matteo fatta in volgare: e il Bayle talmente ha creduto in ciò al Vossio, cho ha voluto tacciare il Moreri per avere omessa nel Grand Dictionnaire questa particolarità. Forse il Vossio è stato tratto in errore da Antonio Sanese e dal Possevino,i quali per avventura seguiti pur dal Ghilini non seppero essere questa nel suo originale una novella del Boccaccio; e forse l’avere il Bandello chiamato in latino Ægesippum colui che il Boccaccio chiamò Gisippo, scemò ad essi il motivo per avvedersene. Niente minore è lo sbaglio del Fontanini, il quale ha scritto che il Bandello volgarizzò l’Ægesippo latino di sant’Ambrogio; nelle quali parole si possono ravvisare tre errori: l’uno nel dire che facesse un volgarizzamento, quando tradusse dal volgare in latino; l’altro nel credere che la sua traduzione fosse dell’opera di Egisippo scrittore greco; e il terzo che la traducesse dal latino di S. Ambrogio, quando non si sa che S. Ambrogio abbia mai tradotto in latino il greco Egesippo. Questi errori del Fontanini sono stati ciecamente trascritti nella Biblioteca dei volgarizzatori.

II. Canti XI (in ottava rima) composti dal Bandello, delle Lodi della signora Lucrezia Gonzaga di Gazuolo, e del Vero Amore, col Tempio di Pudicizia, e con altre cose perdenlro poeticamente descritte. Le Tre Parche da esso Bandello cantate (in tre capitoli) nella natività del signor Ciano, primo-