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consapevoli de l’animo di Baldoino andavano promettendo grandissimi doni a tutti quelli che gagliardamente combatteriano, se bisognava menar le mani. Dato ordine ad ogni cosa, Baldoino capo de l’armata fece indirizzar tutte le prore dei suoi navigli a la volta de le navi, che quasi senza vento se ne rimanevano in calma, e quelle in poco di tempo ebbero di maniera circondate e messe in mezzo, che i francesi e gli inglesi tutti restarono sbigottiti, veggendo un’armata così ben in punto e piena d’uomini armati presti a combattere gridar contra loro: «A l’arme, a l’arme». Essendo in quello stante richiesti che calassero le vele e si rendessero per prigioni, se non volevano esser crudelmente ammazzati e gettati per èsca ai pesci in mare, dimandarono i francesi chi era colui che comandava ed era padrone de l’armata, per sapere con chi avessero a fare. Baldoino alora fattosi innanzi e salito suso il castel de la poppa d’uno dei suoi legni che era vicino a le navi, con alta voce disse: – Signori, io sono Baldoino forestario di Fiandra, il quale son qui venuto ad assalirvi e farvi tutti prigioni. Il perchè, o datevi per presi o mettetevi a la diffesa, chè altrimenti non potete scampare. – Alora i signori francesi gli risposero dicendo che su quelle navi era la figliuola del suo e loro re, e che la rimenavano in Francia, essendo, come egli deveva sapere, morto il re d’Inghilterra e madama Giudit rimasa vedova. A questo disse loro Baldoino: – Signori miei, voi sète grandemente errati, se credete che io a guisa di corsale sia venuto ad assalirvi per arricchire e rubarvi le robe vostre, o come fiero assassino bruttarmi le mani nel sangue umano. Io nè l’uno nè l’altro voglio o desidero, chè per simiglianti affari non mi son mosso, nè posto in ordine questa armata con tanti valorosi uomini come qui vedete. E per non tenervi a bada e dichiararvi l’animo mio, avete da intendere che amor solo è quello che m’ha posto le arme in mano, ed egli solo in questa impresa è quello che mi mena, mi conseglia, mi governa ed insegna quanto per me si deve metter ad essecuzione. Amore è il mio nocchiero, il duce e il capitano col cui favore io spero di venir al desiderato fine de l’intento mio. Quello adunque che io con tante fatiche vo cercando e da voi intendo d’avere è madama la reina Giudit, che con queste navi, presa in Inghilterra, in Francia conducete. Se voi pacificamente e senza contrasto veruno me la darete, niente altro del vostro vi sarà molestato, nè toltovi pure il valor d’un soldo, e dove più vi sarà a grado liberamente ve ne anderete. Onde per vostro bene vi conseglio a darmela, poi che chiaramente conoscete che non potete