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se ne trarrebbe uno dei suoi. Queste parole, invittissimo pren- cipe, ho io voluto qui a la presenza tua e de li tuoi satrapi e del popolo dire, a ciò che ciascuno intenda che io appo la tua corona, non per malignitá tua o colpa mia, ma per le velenose lingue degli invidiosi era in disgrazia cascato. — Piacque al magnanimo re il verissimo parlar d’Ariabarzane, e quantunque si .sentisse da le parole di lui trafitto, nondimeno conoscendole vere, e che per l’avvenire potevano esser a tutti di profitto, molto a la presenza di tutti le commendò. Il perché avendo giá esso Ariabarzane ricevuta in dono la vita dal suo re e chiama- tosi vinto, e conoscendo il re il valor di quello e la fede, ed amandolo come in vero l’amava, umanamente facendolo dal nero catafalco discendere e sovra quello ov’egli era salire, quello rac- colse e baciò, in segno ch’ogni ingiuria gli era rimessa e per- donata. Volle che tutti gli uffici che soleva avere gli fossero re- stituiti, e per farlo maggior di quel che era donògli la cittá di Passagarda ov’era il sepolcro di Cirro, e comandò che fosse in tutti gli stati e domini suoi suo luogotenente generale, e che ciascuno gli ubidisse come a la persona sua propria. E cosi restò il re onorato suocero ad Ariabarzane ed amorevol genero, e sem- pre in tutte le azioni sue seco si consegliò, e cosa che fosse d’importanza senza il parer di quello mai non faceva. Ritornato adunque Ariabarzane piú che prima in grazia del suo padrone, e con la propria vertu superati tutti li suoi nemici e l’arme de l’invidia spezzate e rotte, se per innanzi era stato benigno e libe- rale, divenne dopo tante sue grandezze molto piú reale, e se giá una cortesia aveva fatta, ora due ne faceva, ma di modo la sua magnanimitá dimostrava e ne l’opere sue magnifiche con tal misura e temperamento procedeva, che tutto il mondo chia- ramente discerner poteva che non per contendere col suo si- gnore, ma per onorarlo e per meglio dimostrar la grandezza de la corte del suo re, li beni a lui dal re e da la fortuna dati largamente spendeva e ad altrui donava. Il che fin a l’ultimo suo fine in buona grazia del ,suo prencipe gloriosamente il man- tenne, perciò che il re piú chiaro che il sole conobbe Ariabarzane esser da la natura formato per lucidissimo specchio di cortesia e