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IL BANDELLO al magnifico messer ALESSANDRO PASOLINO dottor di leggi salute E’ si suole, Pasolino mio soavissimo, communemente dire che gli uomini semplici ch’a poche cose pensano sono molto pronti a dar la sentenza di tutto ciò che ,si parla. Onde spesse fiate avviene ch’essendo tenuti saggi ed ingegnosi mostrano di leggero la lor ignoranza. E perciò deverebbe ciascuno prima ch’ei parli pensar bene su quello che si ragiona e non es- ser cosi facile a cicalare, e quando è domandato considerar la materia preposta e poi sobriamente dir il parer suo. Ché, come dicono le sacre .scritture, ne le molte ciance non mancherá il pec- cato. Per questo il protomaestro de la natura, quando ci fabricò, ne fece di sorte che la lingua umana stesse chiusa sotto dui bastioni, e volle che le orecchie fossero in luogo eminente e li- bere senza ostacolo, a fine che l’orecchia potesse tutto quello che si dice udire, ma la lingua, innanzi che uscisse fuor dei dui ripari, avesse tempo di masticare e cribrare ciò che vo- lesse dire, con ciò sia che la parola detta è irrevocabile né piú può tornare indietro. Se adunque ciascuno, prima che parlasse, pensasse a le due porte, cioè ai denti e a le labra, molte cose si dicono che si tacerebbero e molti paiono pazzi che saggi sarebbero tenuti. Onde si dice che di rado avviene che il tacere dia nocumento, ma che ben spesso il mal limato cicalare reca grandissimo danno e fa spesso, se danno non dá, parer chi parla scemonnito e semplice, come avvenne ad un vostro romagnuolo, cittadino di Forli, il quale volendo piú che a lui non si con- veniva parlare, fece rider tutto un popolo. Narrandosi adunque a questo proposito un giorno nel piacevol castello di Gazuolo