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L’abito anco bigio con quel cappuccino di dietro che portava, la barba che gli cresceva ed i capelli sbaruffati e gli occhi che ne la testa piú ognora gli entravano, l’avevano di modo tra- sformato che non ci era rimasa nessuna de le sue solite fattezze. La madre non veggendo la matina don Diego venir a desinare domandò di lui. Il servidore, a cui il cavaliero aveva data la lettera per dare a Ginevra la bionda, disse a la madre co- m’egli era cavalcato con un sol servidore e che fra spazio di venti di aveva detto che tornarebbe. A questo la buona madre s’acquetò. Passati i quattro di dopo il partire del cavaliero, il servidore portò la lettera a Ginevra la bionda, e la ritrovò a punto in sala con la madre, e fatta la debita riverenza le diede in mano la lettera. Come ella conobbe che era lettera di don Diego, di subito la gettò in terra e tutta cangiata di colore e piena d’ ira disse : — Io gli ho pur fatto intendere che non voglio sue lettere né ambasciate. — La madre ridendo : — Que- sta per certo è una gran còlerá — disse; — recami qua la lettera, ed io la leggerò. — Uno di quei di casa presa la lettera la porse a la padrona, la quale, aprendola, trovò che diceva in questo modo : — Poi che, signora mia, la mia innocenzia appo voi non ritrova luogo che nel vostro core possa imprimer cosa alcuna de le sue veraci ragioni, veggendo io per manifestissimi segni che a noia vi sono, anzi pur che mortalmente mi odiate, e non potendo sofferire che in nessuna quantunque minima co- setta io vi sia cagione di dispiacere, ho deliberato andarmene tanto lungi da queste contrade, che né voi né altri mai piú abbia nuova di me a ciò che restando io sfortunatissimo voi possiate viver contenta. Durissimo m’è e fuor di modo tor- mentoso il vedermi da voi sprezzato; ma molto piú duro e di maggior tormento mi è saper che voi per me o per cosa che io mi faccia, ancor che ben fatta sia, vi debbiate adirare o averla per male, per ciò che in me ogni supplizio è minore di quello che un vostro sdegno mi genera. E perché la mia vita, come debole, non potria lungamente tanti aspri martirii quanti ognora soffro sopportare, prima che ella manchi, che sará in breve, ho eletto in questa mia ultima lettera far noto la semplice