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dir parola, ché io non farò cosa di che mi parli, ma farò ben quanto il signor Francesco ti scrive. — Poi soggionse come egli si mette in ordine per andar a la corte del re cristianissimo, e passerá per Milano ove tutto ciò che bramate averete. E forse che di compagnia verremo. Restami a la terza parte de la let- tera vostra rispondere, ove voi mi pregate eh’ io voglia farvi copia d’alcune mie novelle. Io era d’animo d’aspettar fin che io venissi a Milano, ma sovvenutomi poter al presente sodisfarvi, ve ne mando una avvenuta non è molto in Mantova, che io questi di scrissi, essendo stata recitata a Diporto a la presenza di madonna Isabella da Este marchesana di Mantova da messer Alessandro Orologio, segretario dell’ illustrissimo e reveren- dissimo signor Gismondo Gonzaga Cardinal di Mantova. Questa adunque vi mando e voglio che vostra sia in testimonio de l’amor nostro. A Milano poi ve ne mostrerò molte altre, da me a diversi amici e signori miei donate, per non aver io altro con cui possa mostrarmivi grato. State sano. NOVELLA XVJ Nuovo accidente avvenuto è cagione che uno gode una donna non vi pensando piti. La cosa di cui il valoroso messer Lodovico Guerrero da Fermo, poco è, ha parlato m’ha fatto sovvenire, madonna ec- cellentissima, d’ima novella che nel verno passato in questa cittá di Mantova avvenne. E poi che da lei sono astretto a novel- lare, ancor che mia professione non sia, io pure per ubidire dirò quanto mi occorre. Si come tutti noi che qui siamo ab- biamo veduto e sentito, fece questa vernata un freddo tanto grande ed eccessivo che io per me non mi ricordo averne mag- gior sentito giá mai. Ed ancora che per tutta Lombardia le nevi fossero in grandissima abondanza e i freddi di strana maniera facessero tremar ciascuno, in Mantova nondimeno, che a fred- dissimi venti è sottoposta, fu il freddo si intenso e le nevi in terra tanto durarono, che qualunque persona v’era restava stu- pidissima. Il nostro limpidissimo lago, che la cittá abbraccia e