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che ti pare che sia di tuo profitto. — Si tacque dopo questo Mustafá, attendendo ciò che il suo signore devesse fare. Poi che Maometto vide il suo schiavo tacere, stette alquanto senza dir una parola, varie cose tra sé rivolgendo e nel suo viso sen- sibilmente mostrando la fluttuazione e contrasto che ne l’animo aveva, di modo che Mustafá assai dubitò de la vita. Avevano le parole sue amarissimamente trafitto la mente de l’imperadore, il quale tanto piú punto e trafitto si sentiva, quanto che gli pa- reva che Mustafá gli avesse detto il vero e parlato da fedelis- simo servidore. Da l’altra parte poi era si irretito nei lacci del dissordinato diletto che da la pratica de la bella greca pigliava, che si sentiva aprir il cor nel petto ogni volta che s’imaginava di deverla lasciare, o vero pur un di da lei allonta- narsi. Ultimamente non sapendo provedere a’casi suoi senza il danno de la .sfortunata greca, e ne l’animo suo stabilito ciò che intendeva di fare, con buon viso a Mustafá rivoltato gli disse: — Grande è stata, Mustafá, l’audacia tua a parlarmi in questo modo che parlato mi hai; ma vagliati Tesser stato no- drito meco e l’averti sempre conosciuto verso di me fedelis- simo. Conosco anco che mi hai detto il vero, e in breve farò che tu e tutti gli altri vederete che io so vincer me stesso. Va’, e fa’che dimane tutti i basciá e i principali de la mia milizia si ritrovino a mezzodi ne la tal sala del mio palazzo. — Detto questo, l’imperadore andò a trovar la greca e seco se ne stette tutto quel di e la seguente notte. E per quello che egli poi disse, con la greca si prese piú di piacere che mai fatto avesse, e il di seguente desinò con lei e volle che dopo desinare ella si mettesse i vestimenti ricchissimi e gemme preziosissime piú che mai s’avesse messo. Il che ella fece, non sapendo la miserella che apparecchiava i suoi funerali. Da l’altra banda Mustafá, non sapendo l’animo del suo padrone, venuta l’ora, congregò tutti i principali de la corte in sala, meravigliandosi ciascuno che il signore gli facesse domandare, essendo tanto tempo che nes- suno l’aveva in publico veduto. E stando tutti insieme in sala e ragionando tra loro variamente, eccoti che venne l’imperadore che a mano menava seco la bella greca; la quale, essendo come