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NOVELLA II (ili) 91 che penitenzia il padre spirituale gli ha data, se interroga bene, se è rigido o piacevole, e altre simili cose. Ora, essendo al tempo del marchese Nicolò da Este, vostro onorato avolo paterno, in Ferrara uno camariere di esso marchese ito a confessarsi col guardiano di San Francesco, tra l’altre cose che si confessò li disse che era perseverato cerca sei mesi con volontà determinata di ammazzare uno suo nemico, ma che mai non gli era venuto fatto di poterlo uccidere; e che poi, malcontento di questo peccato, si era pentito e perdonategli ogni ingiuria. Il guardiano, che era poco dotto, udendo questo, il reputò uno gravissimo peccato, e li disse: — Ahi! figliuolo mio, come ti sei tu lasciato incorrere in cosi enorme e nefando peccato? Sappia che io non ti posso assolvere. E' ti converrà andare a parlare a monsignore lo nostro vescovo, perché il caso è riservato a lui. — Voi non mi avete, padre mio, bene inteso, perché io non dico averlo ammazzato, anzi mi sono repacificato seco, ben che avessi avuta volontà di ucciderlo. — Soggiunse il guardiano: — Io ti ho pure troppo inteso, ma tu quello sei che non la intendi. Se tu avessi studiato come io già feci a Bologna, ove parecchi anni diedi opera agli studi civili e di ragione canonica, tu averesti imparato una gran sentenzia, la quale dice che « voluntas prò facto reputatili■ ». Si che va' a trovare il vicario de monsignor lo vescovo, che è gran dottore canonista, e pregalo che ti assolva, che degli altri peccati poi io ti assolverò. — Partisse il cameriere molto di mala voglia; e parendoli pure che fosse gran differenza da l'avere voluto fare una cosa e non l’avere messa in opera, a quella che oltre averla voluta si è fatta e mandata ad essecuzione, non volse altrimenti andar a parlare al vicario, ma andò a trovare uno altro religioso, che era in Ferrara in grande openione di dottrina e di buona vita. Conferito il caso con questo, conobbe l’error in che era il guardiano, e che a Bologna deveva avere studiato la buccolica insieme con la maccaronea. Disse egli questa cosa a la presenza di molti, tra li quali vi era il piacevole Gonnella, che tutti devete avere sentito ricordare per uomo festevole e di gioconda conversazione. Udendo questo caso, il buono Gonnella, rivoltatosi verso il cameriere,