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NOVELLA I (il) »5 __ Io con questi signori senatori riferirò il tutto che detto ci hai a madama la contessa Gioanna, nostra signora e padrona, senza il cui parere il nostro consiglio nulla determineria. Ma considera bene il caso tuo, ché altre, prove ci vogliono a farci credere che tu sia il vero Baldoino. Tra tanto sotto pena de la vita ti commandiamo che tu ti ritiri in qual si sia luogo de l'Annonia e non attenti cosa alcuna di nuovo, fin che chiaro non sia se tu sei Baldoino o no. A voi altri che lo seguitate, io vi commando, sotto la detta pena e confiscazione de li beni, che debbiate ritirarvi a le case vostre e non pratticare più con costui, che non sappiamo ancora chi si sia, né darli favore in conto veruno. — A questo commandamento molti si partirono, chi in qua, chi in là. Alcuni pochi villani, che arebbero voluto vedere la provincia in tumulto per dirubare e fare del male, restarono con lui. Andò il presidente con li senatori a parlare a la contessa, e le disse il successo del tutto. Ella che sapeva di certo il padre essere morto, avendo già gustata la dolcezza del governare tanti popoli ed essere signora, non averebbe voluto se non per morte deporre cosi bella signoria. Intendendo poi che molti nobili fiammenghi, cui non piaceva di essere governati da una donna, andavano spargendo per la plebe che colui di certo era il vero Baldoino loro signore naturale, di modo che già quelli popoli, che di natura sono inclinati a far movimenti, cominciavano a tumultuare; il che vedendo la contessa, subito ispedi al re Lodovico ottavo a fargli intendere il tutto. Il re, che sapeva certo Baldoino essere morto, fece con prestezza per uno araldo citare il nuovo falso Baldoino a la corte innanzi a sé con pene gravissime, e mandògli salvocon- dutto di andare e di tornare. Avuta il simulatore la citazione, si mise in camino e menò seco assai onorata compagnia di fiammenghi e anco di annòni. Presentossi poi innanzi al re e come a suo signore li fece riverenza. Il re allora cosi li disse: — Se noi non ti raccogliamo come conte di Fiandra e signor di Annonia, non ti devi meravigliare, perché ancora non sappiamo con quale nome, a noi e a te convenevole, debbiamo appellarti né con quale accoglienza riceverti. Baldoino, conte