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6o PARTE TERZA anni sono, in Milano a la presenza del signor Prospero Colonna, messer Francesco Peto, uomo dottissimo, narrò una bella istoria a questo proposito, la quale io alora scrissi. Ora, facendo la scelta de le mie novelle, questa narrata dal Peto m’è venuta a le mani, onde al nome vostro 1’ ho intitolata, si per esservi io quello che vi sono, che dal sacro fonte v’ ho levato, ed altresì per la buona creanza che in tutte l'azioni vostre mostrate, e massimamente negli studi de le lettere, nei quali, non avendo ancora compito l’undecimo anno, fate tutto '1 di mirabil profitto. Io vi ricordo che avete il nome del vostro padre, che fu segnalato cavaliero e ne la milizia a1 tempi suoi ebbe pochi pari e nessuno superiore. Egli per proprio valor suo, ché da fanciullo si nudri ne l’arme, e non per ¡straordinari favori, con la spada e lancia, con la sagacità, prudenza, fortezza e scienza militare s’acquistò il nome di valente soldato e di sapientissimo capitano, come l’imprese da lui per l’Italia fatte ne rendono testimonio. Sforzatevi adunque d’imitar il padre, che ne l’opere de la magnificenza, liberalità e de la gratitudine fu singolarissimo. State sano. NOVELLA LXVII Il soldano de l'Egitto usò gran gratitudine verso Enrico duca de gli vandali suo prigionero. Fu già la città di Magnopoli capo di molti domini ne le parti settentrionali, di modo che negli anni di nostra salute mille cento settanta e nove fu re di quella Pribislao, sepolto in un monastero d’essa città detto Dobran, su la cui sepoltura è intagliato questo epitafio: « Pribislaus, Dei gratia erulorum, va- griorum, circipaenorum, polamborum, obotritarum, kissinorum vandalorumque rex ». Fu costui l’ultimo re di quei popoli settentrionali, i quali di già nel trecento quaranta, insieme con i goti, in Austria, Croazia, Dalmazia e ne l’Italia fecero grandissime battaglie, e nel quattrocento dodici espugnarono Roma e dopoi, passati in Affrica, presero Cartagine ed occuparono la Spagna. Ora, morto che fu Pribislao, si cangiò il nome del re