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56 PARTE TERZA civile al criminale, e con questo trascorrere cinque o sette mesi senza pagare. Andò adunque al luogotenente de la città e gli disse che erano passati circa dui anni che egli aveva prestati alcuni danari ad un giovine italiano e che ancora non era stato pagato; ma che ora, essendo esso debitore ne la città, lo pregava a dargli alcuni dei sergenti de la corte per farlo ritenere, allegandolo straniero e fuggitivo, e gli mostrò la cedola. Il luogotenente, che era grande amico del zoppo, senza altrimenti considerar il tenore de la cedola, gli concesse la presa del corpo del giovine, senza far menzione de la quantità dei danari, ma che per debiti fosse preso come straniero e fuggitivo. Avuto cotal mandato, il vecchio prese sei sergenti e loro consegnò lo scritto, e gli mostrò il giovine che voleva che mettessero prigione. Per esser stato Gian Battista lungo tempo in Santes in diverse volte, era da tutti assai ben conosciuto e si sapeva per tutto che egli era animoso e gagliardo, e che l’arme gli stavano benissimo in mano, essendosi alcuna volta ritrovato in qualche mischia di notte e di giorno, ove valorosamente s’era diportato e reso di sé buonissimo conto. Credeva adunque il malvagio vecchio che, subito che il giovine si vedeva dagli sbirri attorniato, devesse cacciar mano a l’arme e nel difendersi, per non lasciarsi far prigione, ferire alcuno di quelli de la corte ed a la fine esser imprigionato, di modo che si venisse a proceder contra di lui de crimine laesae maiestatis, per aver date de le ferite ai sergenti reali. Ma il pensiero a questa volta gli andò fallito. Erano alcuni giovini amici di Gian Battista seco, che per la città l’accompagnavano, e andavano ragionando di varie cose. Gli sbirri, che per l’ordinario non son troppo valenti ma timidi e poltroni, incontrarono più volte il giovine né mai ebbero ardire di porli le mani a dosso, si perché lo conoscevano valente e si ancora perché lo vedevano benissimo accompagnato; nientedimeno gli andavano facendo la ruota attorno. Era tra quelli de la compagnia del giovine uno, che pochi di innanzi aveva fatto questione con uno e gli aveva date tre ferite, ma non perigliose de la vita. Egli, veggendo gli sbirri che l’andavano attorniando, disse ai compagni: — Questi sergenti gaglioffi mi