Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
NOVELLA LXV volte e che certamente era donna da bene. Disse loro poi che se in camera avevano veduto cosa alcuna, o che s'erano ingannati nel vedere, come spesso avviene, o che per avventura erano illusioni diaboliche; ma che stessero di buon animo, ché egli benediria tutta la casa e con gli essorcismi costringeria, con l’aiuto di nostro signore Dio, gli spiriti e gli faria andar altrove. Cominciando poi a dire sue orazioni, prese l’aspersorio e con l'acqua santa andava aspergendo per tutto. Cosi col chierico suo sali in alto, non ci essendo persona che volesse o, per dir meglio, osasse accompagnarlo. Come egli fu in camera e vide monna bertuccia che se ne stava in un gran contegno, se gli rappresentò la vecchia morta e seppelita, ed ebbe pure un poco di paura; nondimeno, fatto buon animo, s’accostò assai vicino al letto e, avendo l’aspersorio, cominciò a dire: —Asperges me, Domiile — e gettar de l’acqua a dosso a la simia. Ella, come vide il prete dimenar l’aspersorio quasi in forma di volerla battere, cominciò a digrignare i denti e battergli insieme. Il che veggendo il domine e fermamente credendo esser alcuno spirito, ebbe grandissima paura e, lasciato cascar l’aspersorio, si mise a fuggire. Ma prima di lui il suo chierico, gettata per terra la croce e l’acqua santa, se ne fuggi giù per la scala con tanta fretta che, cadendo, andò giù a gambe riverse, ed il prete dietro a lui, di tal maniera che anco egli cadette a dosso al suo chierico, e andarono tornando a l’ingiù, come fanno le glo- merate anguille nel lago di Garda, dagli antichi chiamato Be- naco, quando esse, come dicono i paesani, « vanno in amore ». Teneva pur detto messer lo prete: — Iesus, fesus.' Domine, adiuva me. — AI romore che i dui caduti giù per la scala facevano, corsero i dui fratelli con gli altri che in casa erano, ed aggiunsero in- quella che essi, mezzo sciancati, erano al fondo tombati. Gli dimandavano i dui fratelli che cosa fosse questa e ciò che gli era accaduto. Pareva il prete col suo chierico, a guardarlo in viso, che fosse stato tratto alor alora fuor di sepoltura, si era pallido e smarrito; di modo che stette buona pezza che mai non puoté formar parola. Medesimamente il chierico pareva spiritato ed aveva rotto il viso in più di tre luoghi.