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NOVELLA LXIV 45 eoa una vicina parlava, entrò in casa, ed avendo forse perduto al giuoco, o in còlerà d’altro, prese la meschinella per i ca- pegli e con calci e pugni la batté fuor di modo. Non molto dopoi si misero tutti dui come cani e gatti, borbottando, al fuoco. Frugava il malvagio con un affocato tizzone nel fuoco ed anco con la paletta vi frugava ia moglie. Avvenne che un affocato carbone saltò sul petto a la donna, la quale, pensando che il marito a posta avesse quello gettatole, perduta la pazienza ed accecata da l’ira, alzò la paletta e si gran percossa diede al marito su la nuca del capo, con si gran forza, che il misero subito cadde morto. Ella di cosi inopinato caso smarrita, dolente oltra modo del commesso omicidio, poi che vide non ci esser altro rimedio, prese il corpo, ed avendo levato il suo letto dal luogo dove soleva stare, quivi fece una buca a la meglio che puoté, e dentro vi sepelli il morto marito e di terra lo ricoperse. Indi ritornò il letto al consueto luogo. E non si veg- gendo dai vicini il marito, fu domandata ove egli fosse andato. Ella a tutti diceva il marito esser andato a la guerra del Piemonte, che tra francesi e spagnuoli si faceva; il che era creduto da ciascuno, né più innanzi si cercava. Avvenne che la casa a la donna, non so come, s’abbrusciò sin ai fondamenti; onde ella deliberò da Roano partirsi e andar a casa di suo fratello, fuora di Roano tre leghe. I vicini, a cui troppo doleva perder la pratica de la donna, convennero in uno e si misero tra loro una taglia che bastasse a riedificar la casa; e cosi la ritennero. E lavorandosi dai muratori, gli impose che quivi ove era sepellito il morto, non cavassero; e questo tante volte e si efficacemente gli imponeva, che uno di loro entrò in sospetto che alcuna cosa là non fosse ascosa. Il perché, essendo la povera donna a messa, colui si mise a cavargli e poco andò sotto che trovò il corpo, che ancora a le fattezze e a’ panni fu conosciuto. Il che da la giustizia inteso, fu la donna sostenuta, la quale senza aspettar tormenti confessò il tutto come era seguito. Né le valse ad escusazione sua allegare la malignità de la vita del marito e le percosse che ogni di le dava, e provar per tutta la vicinanza ciò che diceva, ché il senato di Roano giudicò che fosse