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NOVELLA LXII
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ricuperar i miei beni ed assettare le cose de la mia dote, perché
,ni crederei che facendo questo, se poi mi volessi maritare, che
non nii devesse mancar partilo al grado mio convenevole. —
Sta bene — soggiunse il re; — quesjo è ben ragione. Ma noi
vi daremo uno che con poca fatica vi aiterà a far tutto quello
che voi dite. — Sia come vi piace — rispose alora la donna.
In questo il re si fece dar la mano e le disse: — Se voi vo¬
lete, io intendo esser il vostro marito; e perché non diamo
indugio a la cosa, andiamo a la chiesa e là io vi sposerò per
mia moglie. — E cosi di brigata con tutta la corte andarono
a la chiesa, ove egli la prese e sposò in presenza del suo po¬
polo per moglie, e cosi anco la tiene. Vero è che si dice che
tiene de l’altre pratiche di donne, e che quasi ogni quindeci
di va a trovar quella di Cleves e seco dui e tre di molto do¬
mesticamente dimora. Tale adunque è la vita d'Enrico ottavo
re d’Inghilterra per quanto appertiene a le donne e a la reli¬
gione cristiana.
M. Bandello, Novelle.