Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
326 APPENDICE tanto che ogni giorno non pur molti e chiari segni ne dimostriate, — il che particolarmente in benefizio del vostro onorato cugino e mio amorevol compare messer Girolamo Serdini fatto avete, dal quale, come virtuosa persona e non ingrata, a farvi questo picciol dono son stato spronato in mezzo al corso, — ma ancora di si bella virtù l’uso e le parti con molto giudizio ci andate scorgendo, e con l’essempio vostro ci confortate che di que’ beni che a caso ne dà la fortuna, padrona con ragion facciamo la virtù. 11 cui splendore ine, che virtuoso non mi riputo, ma ben della virtù e de’ virtuosi riverente ammirator sono, a darvi questo segno del mio animo non pur ha svegliato, ma infiammate Vi dico adunque per parte di messer Girolamo prima che, se questo è picciol segno di gratitudine, faccia la vostra cortesia ciò che la severità delle leggi fa, quale da niuno più del poter non ricerca. Ed io confesso che quella virtù rara e l’altre vostre, che da lei nate e allevate sono, la nobiltà, gli egregi costumi, il senno e il valore, trapassano quelli onori e riverenza, vincono quelle lodi e servitù, que’ doni avanzano, che non pur da me dar vi si potessero mai, ma da’ ricchissimi ingegni promettere. Vagliaci adunque di color l’essempio che graziosamente accettano per tributi di gran regni una chinea, una collana e una torcia, a far si che de’ molti vostri meriti questo menomissimo ricono mento, dal buon volere con poche e rozze parole presentai non vi sia a sdegno. Verrà forse ancor tempo, quando maggi doni offerirvi e con più chiara tromba ne sarà lecito cantar vostre lodi, per gloriosa fama eterno facendo il lodato, con qual-, che nome ancora del lodatore. Vi bascio le mani. Di Lucca, a di cinque di giugno 1554. Vincenzo Busdkago.