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3i6 PARTE QUARTA in quella grande e popolosa città, li suoi cornazzani privilegi si publicassero; onde si appellò de la sentenzia data in Lione e provocò al giudicio del parlamento parigino. Cosi fu necessario mandare il formato processo, a le spese di chi perdería la lite, a Parigi, perché da quello gravissimo senato non ci è appellazione. Fu adunque bisogno che il notaro con il suo figliuolo Claudio, e altresi il mercante andassero presentarsi a Parigi, e proseguire la loro cominciata lite. Devete pensare, se a Lione una simile lite avea dato piacere e insiememente meraviglia a chi intesa l’aveva, che di non minore trastullo fu a li signori consiglieri di quello parlamento, parendo pure a tutti il caso essere stato molto strano, e che se egli avea posta la paglia appresso al fuoco, che non poteva con ragione alcuna lamentarsi se era arsa. La cosa fu subito divolgata per Parigi, dove di altro non si parlava che de la sciocchezza del drappieri, e da tutti era mostrato a dito come il maggiore bestione che mai fosse. Prononziarono adunque quei signori consiglieri essere stato a Lione bene giudicato e male appellato, condannando il mercante a pagare tutte le spese che il notaro in quella lite avea fatte. Ora, essendosi questo caso molto divolgato, pervenne a le orecchie del marito de la Catarina, Claudio mercieri, il quale, sentendosi essere intrato nel numero de li cornigliani e per cotale mostrato a dito ovunque andava, ché sino a’ fanciulli lo chiamavano uno « becco » , si mise in tanta còlerà e rabbia contra il drappieri, che prima di lui avesse voluto godere la Catarina, che si deliberò prenderne segnalata vendetta. Onde uno giorno, armatosi di corazza e maniche di maglia, se ne andò a la bottega di esso e quivi trovatolo, gli disse la maggior villania del mondo, tuttavia appellandolo « becco cornuto », non mettendo mente che egli era de la medesima pece macchiato. Dopo cacciò mano a la spada e si avventò addosso al mercante, e li tirò una gran stoccata a la volta del petto; ma egli si retirò e, da li servitori suoi di bottega aiutato, si salvò. Indi tra Claudio e li servitori de la bottega si cominciò la zuffa, al cui romore corsero molti vicini, li quali, intendendo la cagione di tale mischia, si interposero tra l’una parte e l’altra, acciò non ci seguisse