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NOVELLA XXVII (i) 295 di molti uomini di cosi poco ingegno e poca capacità ne le cose vertuose, che non vagliono l’acqua che essi logorano a lavarsi le mani. Ma io non vuo’ ora entrare a sindicare né gli uomini né le donne, con ciò sia che mia madre fu donna e io sono nato uomo. Bastivi per adesso dire che Geronimo non fece troppo bene a dir male del Turchi a la signora Vervè, perché non poteva esortarla a levare i danari de le mani a quello, se non perché male li governava, e non era sicuro, e cosi il vituperava come uomo che non sapeva governarsi. Ma da l’altra banda fece male e peggio la donna a dicelare a lo Turchi chi fosse stato colui che consigliata l’avea. Era bene assai averli detto che alcuni mercatanti, uomini da bene, l'avevano avertita ad assicurarsi del suo, e non venire a particolare nessuno. Questo tanto ve ne ho voluto dire per ciò che, reputandosi il Turchi essere offeso per la pregionia di Lucca e in Anversa poi, allora che Geronimo disse che non sapeva ciò che quello potesse fare se non diventava sensale, ancora che reconciliato si fosse, avendo nondimeno deliberato tra sé farne la vendetta, l’essere poi stato servito de li tre millia ducati per Ispagna, aveva di modo addolcita l’acerbità de l’odio antico che quasi era in tutto estinto, secondo che esso Simone, devendo essere arso, confessò. Ma questa ultima ingiuria, che egli grandissima e acerbissima ¡stimava, fu cagione di svegliare e riaccendere in modo le sopite fiamme de la vecchia nemistà, che al tutto Simone si propose levarsi Geronimo dinanzi dagli occhi, avenissene poi ciò che si volesse. Arrogi a questo che egli in questa mala ope- nione si confermava tanto più, quanto che alcuni di innanzi, andando di notte attorno, gli era stato fatto in viso da uno suo nemico uno brutto sfregio; onde credeva che Geronimo fosse stato colui che l’avesse ferito. Ma di gran lunga si ingannava, come dapoi si discoperse e si venne in cognizione di colui che sfregiato l’aveva. Voi devete sapere, per dirvi ciò che da molti degni di fede intesi, che Simone era uomo di pessima natura e di malissimi costumi, e tra l’altre sue taccherelle aveva la più mordace e velenosa lingua che si sentisse già mai. Onde per mettere discordia tra dui amici era artefice meraviglioso,