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NOVELLA XXVII (l) 293 signora Verve, a ciò che apertamente dimostrava, faceva più favore al Turchi che agli altri, o fosse che più le piacesse o perché largamente quanto aveva le donava; ché in effetto egli vi spendeva assai e più che il grado suo non comportava. Credevano alcuni che Simone godesse del suo amore, secondo che gli uomini sono più facili a credere il male che il bene. E per dire ciò che io ne udii essendo in Anversa, tutte erano sospezioni di invidiosi e maldicenti. Ora, che che se ne fosse cagione, il Turchi tanto seppe dire e fare e si bene cicalare che persuase essa signora e le fece vendere una parte de li suoi beni e mettere li danari in banco a guadagnare, mostrandole con efficaci ragioni il gran profitto che ne caverebbe. Si lasciò ella consigliare e pose in vendita del suo per quattro o cinque millia scuti, e tutto, avuto contanto, diede in mano al Turchi. Simone, avuta questa buona somma di danari, fece compagnia con Vincenzo Castrucci lucchese e cominciò fare qualche traffico. Ma per potere meglio corteggiare la signora Vervè, lasciò la cura del banco a Gioseffo Turchi suo nipote. Durò la detta compagnia cerca tre anni, e per la morte del Castrucci si disfece. In que’ tempi, essendo Simone reintegrato assai, per quanto appareva, ne l'amicizia col Deodati, non dopo molto esso Turchi il richiese che fosse contento prestarli tre millia scuti per ispagna. Il che Geronimo, che andava buonamente e, come si dice, a la carlona, fece molto volontieri, e al tempo statuito ne ebbe il debito pagamento. In questo mezzo il Turchi fece compagnia con i Gigli lucchesi, che in Anversa avevano banco, e di giorno in giorno Geronimo aspettava la moglie che presa avea, che era figliuola di Gian Bernardini nobile lucchese; e tuttavia andava a visitare la signora Vervè, che li faceva assai buona accoglienza, trattandolo da amico e non da servitore, poi che intese lui avere presa moglie. Venne essa signora Vervè, non so come, in non picciola sospezione che le cose del Turchi non andassero troppo bene, veggendolo attendere negligentemente a li maneggi de la mercatanzia, e temeva assai de li danari che ne le mani dati gli aveva a trafficare. E essendo stata avertita da alcuni de la nazione