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268 PAKTE QUARTA quella stomacaggine di quella lordura, volea sputare, Bartolomeo, mostrando per carità ben fregarlo, con le mani gliene empiva a larga derrata la bocca, e si bene lo trattava che il povero uomo a se stesso veniva in fastidio, e amava meglio sofferire quella quasi insupportabile pena, che sentirsi quella puzza attorno. Onde tanto quanto poteva, solTeriva ogni cosa per lasciarsi nettare. A la fine tanto fu lavato che la barba e capelli si nettarono, ancora che uno poco del cencio li venisse sotto il naso. Non mancarono però dopoi le beffe e il truffarsi di lui, perché tutto il di da molti gli era detto, quando il vedevano: — Ecco il ladro de li preziosi odori. — Ma egli, come cane da pagliaro si scuote, e come cornacchia da campanile niente si cura di cosa che se li dica, e attende a fare il fatto suo, e lascia dire ciò che si vuole. E tante e tante ingiurie, scherni e beffe ha supportate e tuttavia sofferisce, che è miracolo come ardisca comparire tra gli uomini di conto. E con questo, sotto l'ombra di questi signori Fregosi, di buf e di raf si è fatto ricco.