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266 PARTE QUARTA allora a la camera e persona del detto signore. Accortosi egli che Fracasso era il dissipatore degli odori, tra sé deliberò fargli una berta, acciò si profumasse di tale odore, quale a si indiscreto villano si conveniva, e trattarlo come meritava. Onde empi uno vaso di sterco umano e lo coperse con uno poco di composizione odoratissima. E dopo che il signore fu uscito di camera per andare a palazzo per far compagnia a li signori rettori di Verona quando vanno a messa, Bartolomeo, riposti i veri vasi del buono odore, lasciò a posta su la tavola il vaso acconcio di altro che muschio e zibetto; e usci di camera, mostrando avere altre faccende da fare. Fracasso, che a quella ora soleva profumarsi, non essendo ancora partito il signore di casa, intrò in camera; e veduto il vaso in tavola, vi si avventò come l’avoltore a la carogna. E scopertolo, vi ficcò dentro frettolosamente le dita e cominciò a impastricciarsi la barba e li capegli. E per l’odore de la perfetta composizione non sentendo il tristo odore del tributo culatario, ci tornò due e tre volte e quasi votò tutto il vaso. Fu si grande il piacere di essersi a suo piacere profumato, che nulla senti del tributo che si rende a la contessa di Civillari. E cosi, bene profumato, andò dietro al signore Cesare. Ora, andando in fretta e riscaldandosi, cominciò pure a sentire non so che di fiera puzza, come di una fetente carogna che per la strada putisse; e non si avedeva che egli aveva la carogna seco ne la barba e negli capelli, perché era stato concio come uno simile mascalzone e facchino meritava. Bartolomeo per una altra via, abbreviando il camino, andò a palazzo, e trovò che il signor Cesare parlava con li signori rettori, che erano insieme, ove anco li camerlinghi vi si trovavano; onde a li soldati del signore Cesare, che quello a palazzo aveano accompagnato, narrò la profumeria che fatta si era. Né guari stette a giungere Fracasso, che in quello arrivò che il signor Cesare, uscendo di camera, intrò in sala. Pud va Fracasso da ogni canto come fanno li solferini. Del che subito si accorse il signor Cesare e disse: — Che trenta para di puzzore è cotesto che io sento? — Li soldati, avertiti da Bartolomeo, risposero che veramente quella si cattiva puzza procedeva da Fracasso, con