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IL BANDELLO
al gentilissimo
messer domenico cavazza
Non mira il cielo con tanti occhi in terra alora che è piú lucido e sereno, quanti sono i vari e fortunevoli casi che in questa vita mortale avvengono. E se mai fu etá ove si vedessero di mirabili e differenti cose, credo io che la nostra etá sia una di quelle ne la quale, molto piú che in nessun’altra, cose degne di stupore, di compassione e di biasimo accadono. S'è veduto a' nostri di, ne le cose pertinenti al culto divino e dei santi e circa la fede catolica, quante sètte, dopo che Marlino Lutero ha contra la Chiesa alzate le corna, sono nasciute e quante cittá e provincie, sprezzato il vivere dei padri loro, da tanti dottori antichi e santi uomini approvato e generalmente dal publico consenso dei buoni dal nascimento di Cristo in qua osservato, variamente vivono; di maniera che oggidí in quelle genti che da la Chiesa separate si sono, per vivere non ne la libertá de lo spirito buono, ma ne la libertá de l’affezioni loro, sono altre tante le sètte quanti sono quelli che giudicano, sforzandosi ciascuno in particolare di trovar qualche error nuovo, e tutti insieme esser differenti. Il che mi par esser assai manifesto indizio e fortissimo argomento che il Redentor nostro Cristo Giesu non ha parte in loro, ché se egli v’avesse parte, ve l’averebbe anco lo Spirito Santo, la cui vertú e proprietá è unire le cose disunite, non dividere né separar quelli, che deveno una medesima cosa essere e caminar una medesima via. Ne le cose poi mondane ha questa nostra etá veduto i turchi aver pigliato tutta la Soria e disfatto il soldano