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IL BANDELLO

al nobile e cortesissimo

messer

gioanni comino

salute


Veramente il nostro molto festevole e gentilissimo Boccaccio deveva ottimamente sapere ciò che diceva quando egli ci lasciò, ne la novella di Rinieri lo scolare e di monna Elena, scritto che la cattivella non sapeva che cosa fosse mettere in aia con gli scolari. Ci sono alcune donne che piú del devere presumeno del fatto loro e poco conto tengono degli scolari, perché, veggendogli andar in abito quasi da prete, si pensano che siano uomini fatti a l’antica, e di loro si beffano, perché vorrebbero di que’ giovani bravi che portano sovra la berretta il cervello e la spada in traverso, che con la punta menaccia a la stella di Marte, e spesso bravano in credenza. Ma se elleno conoscessero ciò che vagliono gli scolari e quello che sanno fare, giovami di credere che non scherzarebbero con esso loro. Sono per l’ordinario gli scolari buoni compagni, aveduti, scaltriti, e sanno vie piú di quello che la brigata non pensa, e hanno piú malizie sotto la coda che non ha fiori primavera. Ma chi con loro amichevolemente prattica li trova sempre cortesi, umani e gentilissimi. E per dire il vero, in una cosa non bisogna fidarsi di loro, che è cerca la prattica de le donne, onde l’appiccherebbero a chi si sia, pur che le possano godere. E in quelle case ove dimorano, se donne ci sono, guardale quanto tu vuoi, ché se tu avessi piú occhi che Argo, te la accoccheranno. Sono poi liberali, dico in pagare quelli che a lor fanno alcuna ingiuria, perché li pagano a buona derrata, dando cento per uno, come