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242 PARTE QUARTA o li menori o li domenichini. — Venuto il sacrato giorno del Corpus Domini, il Gonnella, avendo preparata una ampolla di succhio di cipolle da Forli con certa mistura di polvere corrosiva, se ne andò a la prima messa a San Francesco; e fingendo che se li fosse mosso il corpo, si fece condurre al luoco de la contessa di Civillari, ove i frati a suono di nacchere rendeno ogni ora il loro tributo. Aveva seco il Gonnella tre servitori ; il quale, come fu dentro il luoco, commandò a’ servitori che non lasciassero intrare frate nessuno, con dire che colà entro uno gentiluomo purgava il corpo. E cosi egli bagnò con la sua acqua tutti li sedili e incorporò nel legno, ma non tanto forte che il sedile non restasse molto umido. Partito che egli fu, li frati, secondo che si levavano, come è il solito, andavano a scaricare il corpo; di modo che l'umore del succhio in parte penetrare cominciò le carni di chi sedeva. Venuta poi l’ora de la processione, li frati con sacri paramenti, con reliquie, tabernacoli e calici in mano apparati, andarono a la chiesa catedrale per accompagnare il Corpus Domini. Io porto ferma openione che siano poche città in Italia ove si faccia più bella processione che a Ferrara. Si apparecchiano vari e ricchi altari e si rappresentano istorie del Testamento vecchio e novo e vite di santi. Era cerca la fine del maggio e il caldo era assai grande. Ora li frati menori sentivano gran caldo e uno prurito forte, mordente per le carni, e sudavano assai, e per lo sudore aprendosi i pori de la carne, il succhio cipollino penetrò si a dentro, che i poveri frati sentivano uno mordacissimo prurito, massimamente su le natiche; di modo che, essendo arrivati in quella banda ove per ¡scontro erano ¡1 signore marchese e la signora marchesana, quasi arrabbiavano. Onde, astretti da l’estremo prurito, tutti che apparati erano, deponendo in terra tabernacoli, calici e altre cose sacre, senza riverenza o rispetto di persona, cominciarono ad ambe mani a grattarsi le parti deretane, facendo li più strani e contrafatti visi che vedere si potessero. Altri, fregandole al muro, faceano uno fora di modo ridicolo e poco onesto spettacolo, dando infinita di sé meraviglia a chi li vedeva. Il volgo colà concorso crepava de le risa. E certamente averebbero provocato